Matera sarà la Capitale Europea della Cultura 2019. Questa vittoria viene da lontano, da un percorso di riqualificazione che nasce negli anni settanta, quando la città reagì al degrado e all’etichetta della vergogna di quei sassi per riqualificarli, recuperando all’uso urbano l’antico tessuto dei rioni degradati, crollati e infine abbandonati dai residenti perché ridiventassero case, servizi, accoglienza e ospitalità. Quella che era stata l’antica civiltà della Basilicata non doveva diventare un museo ma un luogo vivo da vivere, da visitare, da rivitalizzare, ci sono riusciti, quei sassi sono poi diventati Patrimonio dell’Unesco e quell’inizio di rinascita prese il resto della città e la Basilicata, i sassi sono diventati anche set per film suggestivi mentre oggi arriva il riconoscimento dall’Italia che la porterà in Europa come candidata prescelta per il 2019. Diventare Capitale Europea della Cultura, vuol dire 30 milioni di euro di economia che si muove, secondo l’analisi del Sole24ore, infrastrutture, risorse europee e nazionali, progettualità, vitalità, creatività, occupazione, crescita del turismo, occasioni, meeting, incontri, promozione e soprattutto apertura, di questo parla Matera, nel proprio progetto di candidatura all’Europa e al Paese, perché l’intero Mezzogiorno ne possa godere. Mi piacerebbe raccontare dello stesso sforzo dell’Aquila per ambire almeno alla selezione tra le candidate ed invece non superò neanche le preselezioni, con tutti i progetti di ricostruzione, nel cantiere più grande d’Europa, avremmo dovuto avere un brulicare di nuove culture, di confronti, di tecniche di ricostruzione all’avanguardia, di modelli di riqualificazione urbanistica da far invidia al mondo. Dovevamo essere la smart city. Quando invece gli amministratori si trovarono a quel bivio, per cui per giocare quella carta avrebbero dovuto chiamare i migliori consulenti, tecnici, professionisti ed intellettuali di tutto il mondo, preferirono i locali, non lavorarono a nessun progetto di riqualificazione importante e chiusero definitivamente i battenti a qualsiasi tipo di apertura. Di più non sono riusciti a fare, non sappiamo nemmeno a quale modello di riqualificazione urbanistica ci hanno votato.