Nel 2015, L’Aquila ospiterà l’Adunata degli Alpini. Un evento straordinariamente importante a cui il capoluogo terremotato, temiamo, non si stia preparando in maniera adeguata. Manca meno di un anno, le scuole hanno riaperto prima, perché chiuderanno prima per l’evento, ma i numeri che leggiamo sull’adunata conclusa poche settimane fa a Pordenone, mostrano l’importanza di un appuntamento che l’amministrazione sta di certo sottovalutando. La città friulana diffondeva questi dati, alla vigilia dell’Adunata: 500 cartelli con i principali punti di raccolta in città, 1.200 persone per il controllo delle strade, 18 treni straordinari per la domenica, 20 campi attrezzati, 600 bagni chimici, 80mila bandiere tricolori in città e provincia, 16 mostre, 350 tonnellate di rifiuto previsto e 175 di differenziato, 450mila copie della guida dell’Adunata stampate, ed è questa la quantità di persone attesa mediamente per ogni adunata, 30mila piantine della città, 20mila manifesti e 15mila locandine. In Friuli è un grande evento, è un evento che fa la storia ogni anno e che il nord vede come una grande cultura da rispettare ed onorare ogni anno di più. L’amministrazione comunale aquilana, ha semplicemente incaricato un consigliere di occuparsene, il consigliere Di Nicola, che promuoverà forse un comitato organizzatore ma di più non c’è. E mancano solo otto mesi ad un appuntamento che rischia di travolgere la città dell’Aquila perché palesemente inadeguata a promuovere, accogliere, ospitare e gestire le circa 450mila persone attese. Né cerca ancora con il territorio ed i Comuni dell’interno un minimo di coesione per promuovere la nostra cultura, i nostri prodotti, i nostri borghi e le nostre tipicità. Niente di niente ed il tempo stringe, non vorremmo fare l’ennesima figura del cavolo per la quale veramente non ci saranno scuse, ma solo un motivo in più per inimicarsi la solidarietà e la cultura di tanta brava gente. Gente che ha passione e che ci crede veramente, speriamo bene.