Il presidente della comunità del Parco, alla luce della scadenza del mandato del presidente Carrara, che garantirà il funzionamento del Parco per altri 45 giorni in regime di prorogatio, ha inviato al ministro dell’Ambiente Sergio Costa ed ai presidenti delle Regioni Abruzzo, Lazio e Molise, una nota, sottoscritta dalla quasi totalità dei Sindaci, nella quale si chiede di evitare che, l’ente Parco, nel giro di qualche settimana, si ritrovi nella condizione di non avere una governance completa e pienamente legittimata.
La comunità, recita una nota stampa, è certa che il ministro condividerà la premura di non lasciare l’ente senza presidenza, cosa che comprometterebbe l’efficienza e l’efficacia delle attività che ente Parco e Comuni svolgono sul territorio.
A maggior ragione, in un territorio e in un Parco che probabilmente affronta, in tema di conservazione della biodiversità, la sfida più impegnativa del sistema delle aree protette italiane: evitare l’estinzione di una specie unica come l’orso bruno marsicano.
Si sottolinea come in questi anni il Parco ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento importante per la gestione dei territori, il rapporto con lo stesso è stato basato su un nuovo dialogo fra le necessità di conservazione e lo sviluppo socio economico del territorio, imperniato sulla sostenibilità, sul recupero e sviluppo dell’enogastronomia locale, dei servizi e sul miglioramento dell’offerta turistica.
Negli anni non sono mancate le discussioni che vedono contrapposti gli interessi di conservazione a quelli di sviluppo locale, ma nelle varie occasioni, con grande sforzo di comprensione delle reciproche ragioni, si è ricercato sempre il giusto equilibrio tra legittime aspirazioni delle Comunità locali e necessità di conservazione della biodiversità.
E’ per questi motivi che si teme di vedere vanificati gli sforzi di conservazione e di sviluppo locale che negli anni hanno dato vita ad una collaborazione tale da permettere a queste zone montane ed ai loro abitanti di affrontare la sfida di vivere una vita dignitosa in un’area protetta.
La comunità del Parco condivide l’appello di molte associazioni ambientaliste di evitare che il Parco resti senza presidenza e suggerisce che sarebbe utile ed opportuno valorizzare il lavoro fatto e i rapporti costruiti negli ultimi cinque anni, consentendo alla presidenza di Antonio Carrara di concludere i tanti progetti avviati durante il proprio mandato, mettendo a frutto tutti gli accordi raggiunti con le comunità locali.
Il Parco ha dato a questi territori un’opportunità unica, dichiara il presidente della comunità Antonio Di Santo, quella di riscattarsi dall’essere un territorio relegato alle attività agro silvo pastorali e di divenire uno dei maggiori luoghi di attrazione turistica. Il lavoro giornaliero a tutela della biodiversità ed i modelli di sviluppo sostenibili adottati, insieme agli equilibri che si sono andati consolidando nel tempo, ci impongono di chiedere di non stravolgere i capisaldi che li hanno garantiti. Per questo motivo insieme ai Sindaci della Comunità del Parco, mi rivolgo al Ministro Costa affinché dia il via ad un intervento indifferibile per dare continuità alla Presidenza Carrara e di nomina del Direttore facendo in modo che gli sforzi fatti continuino a garantire e migliorare quello straordinario equilibrio tra uomo e natura che questo Parco da sempre esibisce.
Tre Parchi su quattro senza vertici
Oggi è il primo giorno di primavera ma non per buona parte dei Parchi abruzzesi, tre su quattro sono lasciati assurdamente senza guida, in alcuni casi ormai da anni, aveva denunciato in una nota stampa WWF Abruzzo.
L’Abruzzo, è bene ricordarlo, vanta una straordinaria biodiversità e un patrimonio naturalistico dall’elevata valenza ambientale.
Straordinari sono gli habitat presenti, scrive, dalle mughete della Majella alle faggete vetuste del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, divenute patrimonio Unesco, dai pascoli d’alta quota del Gran Sasso alle gole del Sirente Velino e all’eccezionale unicità della costa dei trabocchi.
Straordinarie sono le specie animali e vegetali presenti, per citarne solo alcune, il Camoscio d’Abruzzo, i relitti glaciali come la Vipera dell’Orsini o il Fringuello alpino, la preziosa Salamandrina dagli occhiali, presente nella nostra regione nei boschi montani così come a due passi dal mare.
E ancora gli endemismi floristici e specie che in molti casi sono il risultato di strategie evolutive eccezionali, come per l’Orso bruno marsicano, che rappresenta un’unità conservazionistica unica al mondo. Straordinaria è la bellezza paesaggistica che caratterizza e identifica l’immagine dell’Abruzzo, così come è straordinario il patrimonio culturale e di tradizioni cresciuto insieme a quello ambientale.
Non a caso l’Abruzzo ha una percentuale di territorio occupato da aree protette unico in Europa, tre sono i Parchi nazionali, in attesa di quello costiero, cui si aggiungono un’area marina protetta, un Parco regionale, 25 Riserve regionali e 59 Siti Natura 2000.
Difficile credere che in Abruzzo tre parchi su quattro siano, ad oggi, senza governance di vertice.
Il Parco Nazionale della Majella manca sia di presidente che di direttore; il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise è senza direttore mentre il presidente sta per concludere il suo mandato; il Parco Regionale Sirente Velino è commissariato ormai da anni ed è anch’esso in attesa della nomina del direttore.
Ricordiamo che la nomina del direttore di un Parco nazionale è di competenza del ministro dell’Ambiente che sceglie tra tre nomi proposti dal Consiglio direttivo del Parco stesso, cui spetta il compito di selezionare le persone ritenute più adatte tra i vari candidati, tutti necessariamente iscritti a un albo che individua professionalità idonee a ricoprire tale ruolo. Anche i presidenti dei Parchi sono nominati con decreto del Ministro dell’ambiente, d’intesa con i presidenti delle Regioni.
Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Il Consiglio direttivo già dal 2017 ha selezionato una prima terna da sottoporre al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ma per varie motivazioni si è stati costretti a sostituire tutti i candidati indicati.
Con diverse e successive deliberazioni di Consiglio una nuova terna è stata individuata solo nel gennaio 2019 e ad oggi si resta in attesa della nomina del direttore da parte del Ministro. Tutto ciò ha comportato l’inverosimile conseguenza di lasciare il Parco senza figura apicale per più di due anni, con la direzione affidata a un facente funzioni, cui più volte è stato rinnovato l’incarico. Il presidente inoltre concluderà a breve il proprio mandato e si rischia di lasciare il PnALM senza direttore né presidente, in una situazione di stallo amministrativo visto che, con il consiglio direttivo ancora in carica, non sarà neppure possibile un commissariamento. Urge, dunque, un intervento da parte del Ministro che scongiuri il pericolo di lasciare lo storico Parco d’Abruzzo privo di una guida, con i rischi che questo può comportare in termini di gestione e di indirizzo programmatico dell’ente, in particolare in rapporto a sfide ancora aperte, quali ad esempio la gestione delle foreste vetuste, degli orsi confidenti, delle attività turistiche… che necessitano di risposte, scelte e determinazioni chiare, che non potranno essere garantite senza vertici di gestione forti e soprattutto competenti.
Parco Nazionale della Majella. Qui la situazione è ancora più critica: l’ex-presidente ha terminato il proprio mandato a fine 2017 e ad oggi non è stato sostituito. L’iter per l’individuazione della terna del direttore ha subito varie vicissitudini: nel 2012 è stato nominato un direttore a scavalco e condiviso con il Parco Regionale Sirente Velino, una scelta che avrebbe dovuto essere provvisoria, soltanto il tempo necessario per la scelta della terna di papabili tra i candidati che avevano risposto al bando pubblico per l’individuazione del direttore. Solo che la terna è stata indicata soltanto dopo anni… Ora il direttore a scavalco è andato in pensione e attualmente anche il parco della Majella è guidato da un direttore facente funzioni ed è inoltre privo del presidente.
Parco Regionale Sirente Velino. Il Parco viene gestito da un commissario dopo l’altro. L’unica continuità era stata garantita dalla presenza di un direttore, anche se la Regione non lo aveva scelto tra le figure presenti nell’albo nazionale. Ora però il direttore è andato in pensione e non è stato sostituito.
La natura abruzzese, commenta nella nota il delegato Abruzzo WWF Luciano Di Tizio, non merita questa situazione di stallo! È un patrimonio troppo prezioso per lasciarlo in balia di spartizioni partitiche e privo di visioni programmatiche da cui la complessità crescente nella gestione dei territori non può prescindere. Ricordiamo che il ministro dell’ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, Sergio Costa, in occasione della presentazione del report sui Parchi nazionali del WWF, ha sottolineato come sia fondamentale per il funzionamento del sistema parchi la scelta di figure apicali di rilievo, con un’ampia selezione di curricula, evitando indicazioni di quelle persone, a volte ‘un po’ troppo politicizzate’, non interessate ad una vera svolta dei luoghi più importanti per la biodiversità in Italia. È ora di dare concretezza alle dichiarazioni e trasformare gli appelli in scelte concrete! È arrivato il momento di basare la scelta delle figure apicali dei Parchi esclusivamente sulla competenza, segnando una discontinuità rispetto al passato e ai metodi di occupazione partitica. Per i presidenti è indispensabile che la scelta ricada su profili di qualità in grado di portare avanti una corretta gestione dei Parchi, che garantisca un equilibrio tra i preminenti interessi di carattere generale di tutela della natura e quelli locali; per i direttori, le designazioni dei consigli direttivi devono essere basate su criteri chiari e riconoscibili di capacità e competenza sia nel campo della conservazione dei beni ambientali, che in quello amministrativo e gestionale. Sempre in attesa che il presidente del Consiglio vari il quarto Parco nazionale, quello della costa Teatina, osteggiato da pochi politici miopi ma atteso con speranza dalla gran parte dei cittadini, non solo abruzzesi.
Parco nazionale d’Abruzzo senza presidente
Il 17 marzo 2019 si è concluso il mandato del presidente del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, che continuerà a garantire il funzionamento dell’ente per ulteriori quarantacinque giorni in regime di prorogatio, così come previsto dal decreto legge 16 maggio 1994, n 293, convertito con la legge 15 luglio 1994, n 444, nelle more della definizione del procedimento di nomina del presidente.
Come si ricorderà, recita una nota stampa, il presidente Antonio Carrara era stato nominato dal ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con decreto n 90 del 18 marzo 2014, a seguito dell’intesa con le tre Regioni interessate, Abruzzo, Lazio e Molise e del parere delle commissioni ambiente della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
Il presidente Carrara ha ricoperto la carica nel primo anno in mancanza del consiglio direttivo, esercitando anche le funzioni dello stesso, e negli ultimi quattro anni con la presenza e la collaborazione del consiglio che rimarrà in carica fino al mese di febbraio 2020.
La conclusione di fatto del mio mandato è rinviata di qualche settimana, dichiara il presidente, ma mi auguro che il ministro faccia presto la nomina, evitando di lasciare l’ente senza presidenza, così come al più presto sia nominato il direttore.
Un appello al ministro a fare presto le nomine dei tanti Parchi da tempo senza presidenza e a evitare che in questa situazione si trovi tra qualche settimana anche il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, è stato lanciato nei giorni scorsi da Federparchi e dalle principali associazioni di protezione ambientale, CAI – Club Alpino Italiano, Enpa, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mare Vivo, Mountain Wilderness Italia, Pro Natura, Touring Club, WWF.