Legnini, coltivare la memoria è un dovere
E’ l’unico antidoto al ripetersi di orrori come quelli del genocidio e dei campi di sterminio. E ci ricorda che occorre combattere i rigurgiti di razzismo e di intolleranza che ancora oggi si manifestano in modo evidente, così Giovanni Legnini, candidato presidente per il centro sinistra della Regione Abruzzo, in occasione del Giorno della Memoria.
Legnini si è recato in visita a Campo 78, il campo di concentramento di località Fonte d’amore, nei pressi di Sulmona, ed alla vicina Badia, da dove partirono due convogli di prigionieri diretti ai campi di sterminio di Dachau.
Nel suo viaggio nei luoghi della memoria Legnini è stato accompagnato da Luciano Fuà, fratello di Oscar Fuà, ebreo perseguitato in seguito alle leggi razziali che si unì alla Resistenza e perse la vita nella lotta di liberazione, ricorda Legnini, il cui sacrificio è ancora oggi un esempio per tutti. Abbiamo onorato la memoria anche di Michele Del Greco, che collaborò con la Resistenza dando aiuto ai prigionieri fuggiti dai campi di concentramento e, catturato dai tedeschi, fu fucilato nel vicino carcere dove oggi una targa ricorda il suo sacrificio per la libertà.
Marsilio, i saperi degli ebrei in Abruzzo
La Giornata della Memoria mi porta a testimoniare, prima di tutto come persona, poi come politico, che bisogna sconfiggere la tentazione di vivere in una sorta di presente permanente e che le ingiustizie, le sopraffazioni, insomma il male che la storia ci consegna non va dimenticato e che il ricordo va coltivato sopra tutto tra le giovani generazioni, così il candidato presidente alla Regione Abruzzo per il centro destra, Marco Marsilio.
I nomi di alcune località abruzzesi sono i cognomi di famiglie ebraiche, sono la testimonianza di una loro presenza nel nostro territorio, sia pure da fuggiaschi.
Gli ebrei in Abruzzo, prosegue nella nota, hanno contribuito con i loro saperi allo sviluppo di nuovi mestieri e attività, come nel caso dei trabocchi, un’idea degli ebrei veneziani stabilitisi nel nostro litorale.
Senza memoria storica, una comunità può smarrire il senso profondo della propria identità culturale e civile. In quest’ottica va letto il gesto del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che lo scorso dicembre ha fatto riposizionare la pietra d’inciampo, dedicata a Guido Della Pergola, deportato dal capoluogo di Regione, dove lavorava, ad Auschwitz.
La comunità ebraica romana non ha esitato, attraverso atti concreti, a esprimere la propria solidarietà nei confronti delle popolazioni del cratere del sisma del 6 aprile 2009.
Il loro gesto ci ha ricordato che, durante la guerra,in diversi centri del nostro Abruzzo, molti ebrei in fuga dalle persecuzioni, trovarono rifugio.