25 Nov 23

Istat, 48,7% intervistati almeno uno stereotipo sulla violenza sessuale

L’art. 11 della “Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, nota come Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia con Legge 27 giugno 2013 n. 77, impegna gli Stati ad adottare misure legislative o di altro tipo per raccogliere a intervalli regolari i dati statistici disaggregati pertinenti su questioni relative a qualsiasi forma di violenza che rientra nel campo di applicazione della Convenzione medesima, a sostenere la ricerca e realizzare indagini in merito. La Convenzione stessa riconosce la necessità di contrastare i modelli stereotipati dei ruoli di genere con l’art.12 relativo alle misure necessarie per promuovere i cambiamenti nei comportamenti socio-culturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini. L’art.14, in particolare, ribadisce il ruolo degli stereotipi nell’educazione delle nuove generazioni con la necessità di adottare le misure necessarie per promuovere i cambiamenti nei comportamenti socio-culturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini.

L’Istat ha diffuso in questi giorni i dati provvisori relativi al periodo maggio-luglio 2023 dell’Indagine sugli stereotipi sui ruoli di genere e l’immagine sociale della violenza. Le stime definitive saranno rese disponibili a conclusione dell’Indagine ancora in corso.

 

Donna responsabile della violenza sessuale subita: pregiudizio ancora diffuso

Le stime provvisorie relative agli atteggiamenti verso la violenza sessuale suggeriscono cambiamenti analoghi a quelli evidenziati per le opinioni sui ruoli di genere, grazie soprattutto al cambiamento negli atteggiamenti delle donne.
Il 39,3% degli uomini ritiene che una donna sia in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole, contro il 29,7% delle donne, un uomo su cinque (19,7%) pensa che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire rispetto al 14,6% delle donne.
Corrispondono, invece, le opinioni di uomini e donne sulla responsabilità attribuita alla donna in alcune circostanze. Circa l’11% ritiene che una donna vittima di violenza sessuale quando è ubriaca o sotto l’effetto di droghe sia almeno in parte responsabile, circa il 10% ritiene che se una donna dopo una festa accetta un invito da un uomo e viene stuprata sia anche colpa sua.

Si parla di più e ci si vergogna di meno della violenza subita

La metà della popolazione (51,1% per entrambi i sessi e le varie età, dai 18 ai 74 anni nel 2022) pensa che la violenza (fisica e/o sessuale) subita dalle donne da parte dei propri mariti/compagni sia un fenomeno abbastanza diffuso, mentre il 28,8% pensa che sia molto diffuso.
Soltanto il 17,9% ritiene che si parla sempre più spesso della violenza sulle donne perché è aumentata, mentre emergono, come possibili motivi, il fatto che le donne se ne vergognano di meno (31,4%), il lavoro dei media nel diffondere le notizie (23,2%) e la presenza di iniziative di sensibilizzazione e servizi a favore delle vittime (15,8%).
Tra le possibili cause della violenza sono riportate più frequentemente la considerazione della donna come oggetto di proprietà (83,3%), il bisogno dell’uomo di sentirsi superiore alla moglie/compagna (75,9%), la difficoltà dell’uomo a gestire la rabbia (75,1%).

In alcuni casi è ancora tollerata la violenza fisica nella coppia

Il 2,3% delle persone ritiene accettabile sempre o in alcune circostanze che “un ragazzo schiaffeggi la sua fidanzata perché ha civettato/flirtato con un altro uomo”, per il 4,3% dei cittadini è accettabile sempre o in alcune circostanze che “in una coppia ci scappi uno schiaffo ogni tanto”. Sono di più le persone (10,2%) che ritengono accettabile sempre o in alcune circostanze che “un uomo controlli abitualmente il cellulare o l’attività sui social network della propria moglie/compagna”. Questa idea è condivisa dal 16,1% dei giovani dai 18 ai 29 anni. Sebbene l’Indagine non sia ancora conclusa, e pertanto non sia possibile un confronto puntuale con quanto rilevato sugli stessi temi nel 2018, emerge una minore tolleranza rispetto alla violenza nella coppia, in particolare per quanto attiene al controllo.

Sui ruoli di genere cresce la consapevolezza delle donne

Gli stereotipi sui ruoli di genere più comuni sono: “gli uomini sono meno adatti delle donne a occuparsi delle faccende domestiche” (21,4%), “una donna per essere completa deve avere dei figli” (20,9%), “per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro” (20,4%), “è compito delle madri seguire i figli e occuparsi delle loro esigenze quotidiane” (20,2%), “è soprattutto l’uomo che deve provvedere alle necessità economiche della famiglia” (17,2%). Meno diffusi risultano gli stereotipi quali: “è l’uomo prendere le decisioni più importanti riguardanti la famiglia” (6,3%) e “una buona moglie/compagna deve assecondare le idee del proprio marito/compagno anche se non è d’accordo” (6,5%). Rispetto al 2018, tutti gli stereotipi sui ruoli di genere rilevati sono diminuiti, soprattutto nelle opinioni delle donne.

Poche differenze tra uomo e donna sulle qualità personali ritenute importanti

Le qualità che sono ritenute più importanti, sia in un uomo, sia in una donna, sono la sincerità, l’affidabilità, la capacità di essere comprensivi e accoglienti e l’intelligenza, senza differenze significative tra maschi e femmine.
Le donne quasi sempre assegnano alle diverse qualità un’importanza leggermente superiore rispetto a quella espressa da parte degli uomini. I valori sono più alti per gli uomini rispetto alle donne, solo riguardo l’importanza dell’attitudine al comando, sia in un uomo sia in una donna, e l’importanza della bellezza in una donna.

 

Il 48,7% degli intervistati ha ancora almeno uno stereotipo sulla violenza sessuale. 

Parlare della violenza (31,4%) e condurre iniziative a favore delle donne vittime (15,8%) aiuta a far crescere la consapevolezza della gravità del fenomeno.

Dai dati emerge una minore tolleranza della violenza fisica nella coppia. Il 10,2% degli intervistati, soprattutto giovani, dichiara però di accettare ancora il controllo dell’uomo sulla comunicazione (cellulare e social) della propria moglie/compagna.

Con riferimento al periodo compreso tra il 2018 e il 2023 si riducono gli stereotipi sui ruoli di genere, ma si allarga la distanza tra le opinioni degli uomini e delle donne. Sono soprattutto le donne ad avere meno stereotipi.

Le persone più anziane e meno istruite hanno opinioni più stereotipate, ma anche questo dato è in diminuzione rispetto al 2018.

In cima alla graduatoria sono la sincerità, l’affidabilità, la capacità di essere comprensivi e l’intelligenza le qualità ritenute più importanti. Non emergono differenze significative tra uomini e donne.