Dai primi di settembre si parla di una nuova legge sulla ricostruzione. Sarebbe la terza fase di un difficile processo che ancora non vede la partecipazione vera della città, dopo la prima, impostata dalla gestione Bertolaso, che comunque sancì un processo lungo oltre trent’anni e sicuro ci colse. Quella legge s’è poi incanalata in migliaia d’ordinanze della Presidenza del Consiglio e Decreti del commissario Chiodi, con una mole immane di norme, spesso contraddittorie, che non hanno mai trovato la sintesi in un testo unico che provasse a governare un processo complesso. E’ poi arrivata la Legge Barca nel 2012, non c’era tempo per coinvolgere il Consiglio comunale e la gente, avevano deciso tutto con l’apparato, Di Stefano vedeva Barca come un mito, con quella legge finirono i commissariamenti ma introdussero gli Uffici speciali e il controllo in loco del Governo, rallentando di fatto il processo, ci dicono scientificamente. Difficile rendersene conto, pare tutto legittimo e verificabile ma poi non si capisce perché le pratiche non corrono. D’altra parte il responsabile di questo Ufficio per L’Aquila, Paolo Aielli, non ha mai avuto un feeling con gli amministratori locali, si è dimesso anticipatamente qualche settimana fa lasciando le pratiche nella paralisi più totale. Arriviamo così alla terza fase, quella dove tornerebbe una struttura di missione romana che prenderebbe le decisioni anche sulla ripresa economica, la cui percentuale, sui fondi per la ricostruzione, scende dal 5 al 4%, mentre l’esame delle pratiche è fissato in 180 giorni dalla presa in esame, così nessuno potrà più ribellarsi alla lentezza dei procedimenti. Anche il ricorso al Tar con contestuale nomina di un commissario, per velocizzare i lavori, non avrà più senso, il commissario non potrà decidere nulla di diverso di quanto ha stabilito la politica nel cronoprogramma che solo gli uffici sanno come, e di quanto avanza. Una bozza discussa e decisa nelle segrete stanze con la Pezzopane e Legnini. La città resterebbe ancora una volta fuori, per questo sarà significativo partecipare all’iniziativa promossa da Appello per L’Aquila, Apl, e L’Aquila che Vogliamo, Lcv, con Ettore di Cesare e Vincenzo Vittorini che venerdì prossimo alle 17.30 al Palazzetto dei Nobili, ascolteranno le proposte della comunità per poi tradurle all’attenzione di un prossimo Consiglio straordinario sulla ricostruzione. Dove sarà difficile confondere ancora una volta le acque.