Il ritardo nel creare conoscenze o l’assenza dell’ateneo nel dibattito sulla ricostruzione, è facile parlare con la rettrice Paola Inverardi anche in maniera critica. Stanno lavorando ad un Centro documentazione a cui sono interessate anche le imprese, che raccoglierà tutto il materiale prodotto, una gran mole, assicura. Il Centro potrebbe aver sede all’ex San Salvatore con la Biblioteca provinciale, quella universitaria e l’Archivio di Stato, così da aprire le porte a chiunque vorrà conoscere il modello L’Aquila. Da finanziare coi fondi del 4%, perché le risorse che Paolo Aielli avrebbe voluto destinare al progetto TER.R.A, 1.5milioni di euro, sono state dirottate su altro da chi gli è subentrato, Raniero Fabrizi. Sicuramente l’ateneo avrebbe potuto alzare l’asticella del dibattito, riconosce la rettrice, siamo arrivati tardi ma i fattori che hanno influito sono molti, non ultimo quello emotivo che ha coinvolto anche i docenti e poi la variabile per cui a scegliere se guardare o meno oltre le mura per consultare urbanisti o architetti dipende dalla politica che amministra il capoluogo, si può essere disponibilissimi al confronto e al dibattito, ma se l’iniziativa non parte dalla testa politica potrebbe essere presa come un’invasione di campo, e l’assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano la prenderebbe malissimo. Avremmo potuto fare meglio o peggio lo dirà la storia, la Inverardi guarda a ciò che ha, ai dati che vedono gli abbandoni universitari precipitare nei grafici, al numero degli studenti attivi oppure alla risposta della città alla Notte dei ricercatori, come enorme valore. D’altra parte un terremoto c’è stato ed ha prodotto effetti, ma la città offre cultura, musica, teatri, gli studenti vengono anche da città che hanno meno, osserva la docente che guarda avanti. Intanto il primo tassello che organizzerà informazioni e conoscenze uscirà il 30 novembre prossimo, data in cui il Gran Sasso Science Institute che lavora sui dati della ricostruzione, ufficializzerà le prime risposte al bisogno di conoscenza che la collettività avverte da anni e a cui dovrebbe finalmente arrivare una prima risposta.