Pioniere della cultura della prevenzione, fiero sostenitore della ricostruzione pubblica. Con queste parole il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ricorda Giuseppe Zamberletti, padre della Protezione civile italiana, scomparso a Varese all’età di 85 anni.
Lo incontrai durante la mia precedente esperienza amministrativa, quando ero alla guida del Comune di Villa Sant’Angelo, uno dei più colpiti dal sisma del 2009, in termini di perdite di vite umane e danni materiali, spiega il primo cittadino. Oltre alla sua competenza e intelligenza mi colpì molto la ferma convinzione, che condivido oggi come allora, che la ricostruzione legata a una calamità naturale debba essere gestita quanto più possibile dagli enti locali. L’Italia perde uno dei suoi uomini migliori, conclude il primo cittadino.
Parlamentare della Democrazia Cristiana fin dal 1968, nel 1972 fu sottosegretario all’Interno nei Governi presieduti da Aldo Moro e da Giulio Andreotti, con la delega alla pubblica sicurezza e alla protezione civile.
Col terremoto del 1976 in Friuli, fu nominato Commissario straordinario per assicurare il coordinamento dei soccorsi. E poi di nuovo nel 1980, col sisma in Campania e Basilicata. L’esperienza lo convinse che le calamità non possono essere fronteggiate solo con una attività di soccorso, ma possono essere previste, prevenute e mitigate nei loro effetti mediante l’operatività stabile di una struttura specifica.
Nel 1981 venne incaricato dal Presidente Sandro Pertini di predisporre, quale alto commissario, gli strumenti organizzativi della nuova Protezione civile, e nel 1982, nominato Ministro per il coordinamento della Protezione civile, diventò Capo del Dipartimento appena creato.
In Italia si voltava pagina nella gestione delle calamità.
Zamberletti sarà ministro e coordinatore del nascente sistema nazionale di protezione civile nel 1982 e poi ancora dal 1984 al 1987 in gran parte sotto la presidenza di Bettino Craxi.
Nel 2007 venne nominato Presidente della Commissione Grandi Rischi, incarico alla cui scadenza, proseguirà ancora, nella carica di Presidente emerito, che ha mantenuto sino alla fine.
Un amico, un maestro, una guida, per Angelo Borrelli, capo della Protezione civile. Oggi perdiamo uno straordinario conoscitore della fragilità del nostro paese un uomo che per primo intuì la necessità di distinguere la fase del soccorso in emergenza da quella fondamentale della previsione e della prevenzione dei rischi naturali. La felice e lungimirante intuizione dell’onorevole Zamberletti riguardo all’importanza del ruolo ricoperto dalla scienza nel campo della previsione e prevenzione dei rischi connessi con eventi naturali e antropici, al servizio di una società moderna e consapevole.
Fu il primo politico a comprendere la necessità di un supporto tecnico scientifico permanente nei confronti degli organi di Governo chiamati ad assumere decisioni delicate su aspetti di grande impatto sociale ed economico, lo ha ricordato Gabriele Scarascia Mugnozza, presidente della commissione Grandi Rischi.