25 novembre Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, una questione culturale irrisolta. Qualche giorno fa su Rai radio uno hanno intervistato una mamma che ha denunciato il fatto che sua figlia undicenne, a scuola, è stata palpeggiata da un compagno mentre altri la reggevano e la madre del ragazzo, in giro per il paese, va dicendo che suo figlio ha fatto e fa quello che un maschio deve fare. Ed è successo qualche mese fa, non cinquant’anni fa. La preside lamentava proprio il fatto che se in famiglia la cultura che passa è questa, la scuola può davvero molto poco, violenza è un apprezzamento sessuale e sessista, può essere il giudizio di un maschio, che valuta una collega o una professionista, immaginando il suo grado di soddisfazione al letto che può renderla per questo, più o meno affabile. La violenza attecchisce in questi luoghi. I femminicidi avvengono nella stragrande maggioranza dei casi tra le mura domestiche, non fuori, tra estranei, al buio e con gli extracomunitari che aumentano, ma tra le mura domestiche. A casa. Robby Doyle, nella foto, scrittore irlandese conosciutissimo per i romanzi ironici sulle scorribande di famiglie dublinesi ha scritto un libro, qualche anno fa, un libro terribile, terrificante, La donna che sbatteva nelle porte, la storia di Paula Spencer, delle sue amiche, dell’adolescenza, dell’amore per il suo Charlo, il matrimonio e la violenza. Violenza e odio del suo uomo, che alla fine l’annienta, persa dentro casa, 45enne si vergogna di uscire, alcolizzata, dolorante a vita per le contusioni, i traumi, la perdita di denti, di capelli, di alcuni organi e la rottura delle ossa, che si porterà dietro per la vita. Robby Doyle ti fa provare quello che sente Paula, uno scrittore potente, che decise di scrivere qualche anno dopo il seguito di quel libro, Paula, che non è la rivalsa, ma solo una donna distrutta che prova a rialzarsi, trova un lavoro, è fiera, l’hanno presa a fare le pulizie nonostante i dolori, tenta di fare la madre, vive i drammi dei figli, le loro sofferenze ma anche la forza di chi tra loro riuscirà ad avere perfino una vita normale, mentre il marito glielo hanno ucciso all’inizio del primo libro, quando a ritroso, ripercorre le tappe tremende della sua vita che perde di significato pagina dopo pagina, con l’annientamento che il suo uomo le infligge, giorno dopo giorno. L’annientamento che bisogna combattere e che ogni donna distrutta dalla violenza deve affrontare per chiedere aiuto al personale specializzato che pure, talvolta, non capisce quanto possa essere vitale per una donna, avere di fronte qualcuno che le creda. E quando sei annientata, non avere qualcuno che ti crede può distruggerti per sempre.