Nonostante sia appena passato in Giunta il primo vero Documento di Progettazione Preliminare dell’era Biondi, vale a dire quello di viale della Croce Rossa, non si può fare a meno di rilevare alla sua lettura che uno dei parcheggi strategici più importanti del centro storico, quello cioè sotto le mura urbiche di San Basilio, vedrà la luce nel 2026.
La verità incontrovertibile che in maniera opportuna sarebbe dovuta venir fuori nel Consiglio Comunale straordinario sul centro storico, rileva in una nota stampa Paolo Romano, capogruppo Il passo Possibile, magari per bocca dello stesso sindaco, è che sotto questa consiliatura non ci sarà la realizzazione di nessun parcheggio pubblico.
I progetti di Porta Leoni, di via XX Settembre e quello dell’ascensore su viale Rendina tecnicamente sono persino molto più indietro. Bisogna avere il coraggio di dire la dura verità a chi oggi in centro storico vuole ricominciare: i parcheggi pubblici più volte annunciati non ci saranno in questa consiliatura. È ora di mettersi concretamente al lavoro, senza più dichiarazioni quotidiane sui giornali, ma con la costruzione di una task force sui progetti unitari e sulla costruzione di parcheggi pubblici. Sempre se si avrà la volontà di andare oltre i soliti proclami.
Nello specifico, in delibera si nota la scelta di suddividere il progetto di viale della Croce rossa in due lotti di esecuzione ma anche di progettazione, nonostante le certezze di natura economica si avranno solo col progetto definitivo in mano e non certo con un Documento Preliminare di Progettazione dove le somme sono inserite per supposizione.
Tra l’altro l’incarico di progettazione, sia del primo lotto che del secondo, dovrà essere fatto con procedura pubblica di gara e quindi si sarà verosimilmente soggetti a tempistiche molto lunghe; pensare di spacchettare questo procedimento vuol dire una sola cosa, cercare di avere meno opposizioni possibili così da non perdere troppo consenso in vista delle prossime sfide elettorali, oltre che allungare i tempi di realizzazione delle opere del piano di riqualificazione, finendo per infilarsi in gineprai normativi.
Insieme alla gara di progettazione dovrà essere espletata infatti anche la gara per la direzione lavori, quella per il coordinatore sicurezza in fase di esecuzione e quella per la verifica della progettazione esecutiva.
Tre gare che andranno replicate con l’iter dello spacchettamento della progettazione.
Tra dieci anni?
Con una città che avrà altre esigenze e altre necessità cui far fronte.
Procedere per due lotti di esecuzione deve essere una scelta politica necessariamente successiva alla progettazione dell’opera che non può essere legata a questioni finanziarie poiché le regola.
Ricordo che l’importo lavori del primo lotto è di 6milioni 416mila 691,00 euro, su 10milioni 669mila 423,84 dell’intero progetto, se a questo ipotizziamo un ribasso del 30%, ben al di sotto del mercato attuale, avremo una economia da ribasso di 1milione 924mila 167 euro e se a questa aggiungiamo la conseguente economia dell’Iva, l’importo salirà ancora di più.
Il progetto del secondo lotto è stimato in 2milioni 175mila 692,64 euro, quindi la differenza da finanziare sarebbe di 251mila 524,00 euro, un’inezia che non dovrebbe spaventare l’amministrazione.
Le somme a disposizione dell’ente per un’opera pubblica strategica come quella del restyling di viale della Croce Rossa o del ponte Belvedere si trovano anche riaccertando alcune somme inutilizzate fino ad oggi dall’amministrazione comunale e che potrebbero essere tranquillamente soggette a rimodulazione; penso ai 900mila euro del decreto n. 24 dell’ex commissario alla ricostruzione riferiti al consolidamento del ponte di Sant’Apollonia che fortunatamente non avrà bisogno di interventi poiché presenta una stabilità diversa da ciò che si pensava allora.
Perché quei finanziamenti giacciono inutilizzati?
Si chiede infine Romano.