Mercoledì 19 giugno alle ore 16 all’auditorium Ance L’Aquila, l’Associazione dei costruttori edili, aprirà una giornata di discussione con le istituzioni, gli ordini e tutti i soggetti portatori di interessi diffusi, compresa la cittadinanza e soprattutto quest’ultima, sull’idea di città che si vuole perseguire nel prossimo futuro.
L’occasione sarà la distribuzione gratuita di un libro dal titolo L’Aquila. Riscritture urbanistiche che raccoglie gli scritti su L’Aquila ed il suo territorio, redatti a partire dal 1993 e offre un quadro critico evolutivo della sua storia urbanistica anche alla luce del recente trauma derivato dal sisma del 2009, informa una nota stampa dell’Associazione.
La pubblicazione del libro si inserisce nelle iniziative del progetto Fragilità e ricostruzioni: identità di una città mutante, in filigrana urbanistica, finanziato con i fondi Restart del Comune dell’Aquila e chiude una serie di eventi, come il convegno nazionale del 30 marzo scorso, che hanno portato in città giovani imprenditori da tutt’Italia in visita ai cantieri e ad una tavola rotonda all’Emiciclo, il cui baricentro era la ricostruzione del territorio aquilano.
L’originalità dell’intero progetto risiede nell’unicità della ricerca, che affronta, proprio nella fase dei bilanci che inizia con il decennale, una riflessione sullo sviluppo e sulla nuova identità del territorio, a partire dalla sua memoria urbanistica, dalle sue fragilità e dai punti di forza apportati con le nuove trasformazioni o con le trasformazioni mancate.
Una raccolta inedita nella letteratura scientifica del luogo che vuole iniziare a stimolare il dibattito sulla grande sfida che la città appenninica si è trovata ad affrontare e sul futuro che la vede ancora esposta ai rischi ma con una nuova coscienza e con alcune opportunità ancora da cogliere.
Ance L’Aquila, insieme ai rappresentanti del territorio, alle istituzioni, ai cittadini mette al centro del dibattito questioni aperte come la nuova socialità degli spazi urbani post shock, considerazioni sull’architettura istituzionale, le trasformazioni dei centri storici, l’esperienza insediativa tra il provvisorio e il definitivo e il possibile futuro del provvisorio e molto altro, emerso da una rilettura critica del passato sommata ad un’analisi del presente.
I tre decenni presi in considerazione coincidono con quel periodo che vede l’avvio del processo di ridefinizione morfologico/spaziale della città tradizionale causato dalla crisi economica di fine millennio che impone un’auto/riorganizzazione imposta dal cambiamento in atto.
In tutto il mondo, la crisi del modello economico industriale ha messo in dubbio gli schemi consolidati dell’urbanistica tradizionale verso una geometria policentrica e uno svuotamento dei centri storici.
In tal senso può diventare preziosa proprio l’opportunità fornita da un qualsiasi momento di soluzione di continuità come ad esempio il trauma sismico e il processo di ricostruzione post/terremoto. Sia per la quantità di risorse economiche messe in gioco, che per la natura più speditiva dei processi decisionali. L’opportunità fornita dal processo di ricostruzione può essere preziosa per la sperimentazione di nuove soluzioni di progettazione urbanistica. Molte occasioni sono state perse, alcune si possono ancora cogliere.
Invita a parlarne ora, nell’anno del decennale, l’architetto Fabio Andreassi, autore del libro e imprenditore associato di Ance L’Aquila, nonché coordinatore della commissione Urbanistica dell’Associazione. Andreassi e il Presidente di Ance L’Aquila Adolfo Cicchetti incontreranno la cittadinanza per un dialogo aperto animato da Angelo De Nicola. Ospite sarà l’avvocato Paolo Scopano, assessore comunale all’Urbanistica al tempo in cui fu varato il Piano Urbanistico generale della città dell’Aquila del 1975, tuttora vigente.