Il CRESA prende spunto dal BES, Benessere Equo e Sostenibile Istat, e parla di povertà in Abruzzo. Una Regione fragile, per il presidente Lorenzo Santilli, aumenta il gap nella distribuzione del reddito e aumenta a svantaggio della frangia più povera della popolazione, un residente su 5 è a rischio povertà, più d’uno su 10 vive in una situazione di grave deprivazione materiale.
Il reddito disponibile pro capite ammonta in Regione nel 2015 a 15mila 608 euro, l’89% del reddito medio nazionale e colloca l’Abruzzo al 13mo posto della classifica delle Regioni italiane.
La diseguaglianza nella distribuzione del reddito comporta anche un elevato rischio di povertà. Si considerano a rischio di povertà le persone con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano. L’Abruzzo, con il 21.7% della popolazione a rischio di povertà, si colloca al di sopra della media nazionale (19.9%) e si posiziona al 13mo posto nella graduatoria chiusa dalla Sicilia (42.3%).
La problematicità della situazione abruzzese è confermata dagli indicatori di grave deprivazione materiale e abitativa. Si considerano in situazione di grave deprivazione materiale le persone che vivono in famiglie che hanno almeno 4 dei 9 seguenti problemi: non poter sostenere spese impreviste di 800 euro; non potersi permettere una settimana di ferie l’anno lontano da casa; avere arretrati di mutuo, affitto, bollette o altri debiti come ad esempio gli acquisti a rate; non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni, cioè con proteine della carne o del pesce, o equivalente vegetariano; non poter scaldare adeguatamente l’abitazione; non potersi permettere una lavatrice oppure un televisore a colori o un telefono o un’automobile.
L’11.1% dei residenti, percentuale leggermente inferiore alla media nazionale (11.5%), in forte aumento rispetto all’anno precedente (9.5% nel 2015 e 8.6 nel 2014) soffre di gravi carenze materiali, il 21.3% della popolazione residente in famiglia dichiara di arrivare a fine mese con grande difficoltà, nel resto del Paese l’indicatore mostra stabilità e migliora al Centro Italia.
Un’altra misura dello stato di necessità in cui le famiglie possono trovarsi è data dalla bassa intensità lavorativa familiare. Il dato regionale mostra che l’11.8% delle persone con meno di 60 anni vive in famiglie nelle quali le persone in età lavorativa hanno lavorato per meno del 20% del loro potenziale. L’Abruzzo si colloca al 14mo posto tra le Regioni italiane.
Aumenta in modo evidente la soddisfazione per la vita, nell’ambito della popolazione di 14 anni essa si stabilisce sul 43.9% (Italia: 41%) e per il tempo libero sul 66.1% (Italia: 66.6%).
Ad esprimere i più diffusi giudizi positivi sono per entrambi gli indicatori gli uomini, ma una certa insicurezza si esprime per il futuro, solo il 26.7% dei residenti di 14 anni e più, in netta diminuzione rispetto all’anno precedente e analogo al valore nazionale, prevede un miglioramento nei prossimi cinque anni, il 15.6% prevede un peggioramento.