Col nuovo Piano regolatore, almeno a leggere il documento preliminare redatto dal gruppo di lavoro, L’Aquila sogna una totale rigenerazione urbana, un grande parco fluviale ad attraversare la città linearmente col fiume Aterno, così da far dialogare borghi e periferie, qualche quartiere dei 19 del Progetto case da riservare a parchi urbani, e nuove impostazioni di servizi, ignorando la vocazione primaria del capoluogo distrutto dal sisma del 2009, che è quella di costruire e gettare cemento senza preoccuparsi troppo del bello e del verde. E’ dal 1975 che è così, lo era ancor prima, lo è stato dopo un terremoto devastante che avrebbe voluto altre politiche. Su queste basi e dal ritardo colpevole di una politica poco coraggiosa c’è poco da aspettarsi, ed anche a voler impostare una nuova cultura urbanistica, i risultati li avremmo tra 30 anni. Nel decimo rapporto Ispra, sulla Qualità dell’Ambiente urbano, tutte le buone pratiche riportate dai ricercatori, hanno esempi veri nella realtà concreta, come la smart city a Bolzano e le pianificazioni delle città europee impostate da decenni, basti riflettere sul premio che l’Ue assegna dal 2010, l’European Green Capital Award, per standard ambientali elevati, innovazione urbana e riuso delle strutture esistenti. A Stoccolma, che ha riqualificato un’area industriale dismessa col Piano regolatore del 1990, e poi ad Amburgo, che ha cominciato a recuperare quartieri degradati già dagli anni novanta, alla città basca Vitoria Gasteiz che ha creato un doppio anello verde di 30 chilometri intorno alla città antica col Prg del 1996, a Nantes che ha avuto il premio nel 2013, per aver riqualificato un’area industriale dismessa cominciando vent’anni fa, quindi a Bristol (nella foto) che avrà il premio nel 2015, per la capacità di coinvolgimento dei cittadini nel nuovo modo di pianificare. Nel 2014 ha vinto Copenaghen, per un’urbanistica legata alla terra ed agli spazi verdi, con una gestione nuova imperniata su eco innovazione e mobilità sostenibile. Politiche e visioni, impostate venti, trent’anni fa.