Si è appena conclusa la residenza artistica, sostenuta dal Teatro stabile d’Abruzzo, che ha coinvolto le due performer del TeatroVagante, Sara Gagliarducci e Valentina Nibid, in un periodo di ricerca e di creazione finalizzato alla realizzazione del viaggio d’Arte Quando la terra dorme, che si terrà dal 24 al 28 luglio tra L’Aquila e Civitaretenga, frazione del Comune di Navelli.
Il viaggio d’arte vedrà coinvolti cinque studenti e tre studentesse dell’Università dell’Aquila in un progetto di arte partecipata condotto dal TeatroVagante con il contributo di Francesca Picci, attrice specializzata in percorsi di scrittura creativa.
Il progetto prevede l’immersione totale del gruppo nella vita e nelle storie di Civitaretenga e per questo motivo si troverà a lavorare in stretto contatto con la comunità, spiega una nota. Quella che si è appena conclusa è la fase preparatoria di questo viaggio. In questo tempo le due performer, secondo i principi e le modalità del teatro sociale e di comunità, hanno individuato i referenti all’interno della comunità, cioè gli elementi in grado di mediare tra gli studenti e il paese, di facilitare l’incontro e il dialogo; hanno avviato le relazioni attraverso interviste individuali e collettive con uomini e donne di diversa età; hanno cominciato ad avvicinare le persone del posto al progetto, a prepararle all’arrivo del gruppo, a sensibilizzarle rispetto alla tematica che si andrà a toccare, a stimolare il loro desiderio di raccontarsi e di raccontare il paese a futuri visitatori; hanno cominciato a raccogliere storie e testimonianze, ad immaginare scenari e possibili strategie di messa in scena e rappresentazione.
In questa fase le performer hanno altresì individuato i luoghi nevralgici del paese, a livello architettonico e paesaggistico ma anche simbolico e sentimentale; hanno cominciato ad analizzare la sua struttura e la sua toponomastica; hanno raccolto immagini e suggestioni visive, sonorità, odori e sapori.
Tutto questo sarà messo a disposizione del gruppo, al suo arrivo, per permettere ai partecipanti di entrare più facilmente in sintonia con le persone e con le loro storie, con il ritmo e le abitudini del posto; per mettere a loro disposizione un immaginario e un linguaggio comune in grado di facilitare il processo creativo e permettere che l’identità espressiva di ognuno possa sentirsi a proprio agio nel dare il suo specifico contributo, attraverso la produzione di testi, immagini e visioni.
Tutto condurrà alla realizzazione di un canovaccio collettivo, una storia a più mani da condividere innanzitutto con la comunità, che avrà la possibilità di riconoscersi e rileggere il proprio vissuto, e poi con visitatori e turisti.