27 Mag 20

Chiese e palazzi pesano sulla coscienza

749 interventi di lavori pubblici per 62 miliardi di euro stanziati che non riusciamo a spendere, è la stima dell’Associazione nazionale costruttori sul sistema Paese.

L’Aquila deve sbloccare chiese, palazzi pubblici, mega aggregati misti, scuole e quant’altro, tutto fermo o quasi, da 11 anni. La ricostruzione del Teatro potrebbe arenarsi, il Sant’Agostino lasciamo stare, mentre il recupero della basilica di Collemaggio è frutto di un partenariato e di un fare squadra, c’è stato spazio anche per Beverly Pepper e per la sua opera al Parco del Sole, per cui siamo diventati un esempio di ricostruzione virtuosa, capace di salvaguardare un patrimonio culturale e per questo siamo stati tra i vincitori degli European Heritage Awards/Europa Nostra Awards 2020.

 Col Decreto semplificazione il Governo proverà a sbloccare e a semplificare riducendo il processo autorizzatorio che può durare fino a 7 anni per l’antimafia, l’anticorruzione, per garantire i diritti delle imprese che partecipano alle gare, con i tempi che i ricorsi amministrativi contemplano, e poi le Regioni, la Corte dei conti, i Ministeri, il Cipe, l’Anas e l’Anac.

Serve una nuova ricostruzione, come fosse un terremoto, come fosse un ponte Morandi, con procedure straordinarie e neanche un’ombra sui lavori.

Sulla coscienza ci restano le chiese di San Massimo e Santa Maria Paganica, Santa Giusta, i lavori a metà o quello che è a San Pietro, San Domenico e San Flaviano, perché non riapre San Falviano?, e poi ancora la vergogna di San Marco, l’urgenza di fare chiarezza sui lavori alla Prefettura e al Forte cinquecentesco ed ancora il Teatro Stabile che appunto si fermerà aspettando gli altri lotti.

Lo Stato ha scelto 26 opere strategiche da commissariare e procedure straordinarie per dare il via alle Fasi 3 e 4 con il rilancio economico post pandemia. Per il resto meglio andarci cauti, troppo alti i rischi infiltrazioni e corruzione, bisogna rispettare l’ambiente e il confronto a Palazzo Chigi è serrato, ma i tempi sono troppo lunghi, spie di un sistema che non funziona, dove i quadri degli enti pubblici temono procedimenti penali e faticano a firmare, e in tal senso il premier Conte vorrebbe rivedere anche il reato dell’abuso d’ufficio, giusto per cercare una svolta e superare il paradosso per cui abbiamo i soldi e non riusciamo a spenderli.

La Regione Abruzzo ha attivato un tavolo con gli Uffici speciali ed il Comune dell’Aquila perché il presidente Marsilio porti in Conferenza Stato-Regioni le urgenze del territorio.

Da noi la gran parte dei lavori pubblici è al palo, nelle mani del Segretariato dei beni culturali e del Provveditorato ai Lavori Pubblici oltre a Comuni, Regione ed enti territoriali, che poco possono, di fronte ai mostri di lentezza con cui si scontrano, con cui Sovrintendenze e Provveditorato tirano avanti, lamentando sempre e solo carenza di personale.

Sono passati undici anni dal 6 aprile, se ci fosse bisogno di commissari capaci di agire è arrivato il momento di reclamarli. La ripresa post pandemia passa anche e soprattutto per la ripresa post sisma se sblocchiamo il centro e lo restituiamo vivo alla città, il resto potrebbe forse venire da sé.