Si è conclusa domenica scorsa la terza edizione del festival internazionale di cinema dedicato alla terra. Ogni anno il festival ha un sotto tema, quest’anno è stato scelto la terra del futuro che ha indagato nuove idee e le sperimentazioni in atto per uno sviluppo positivo della terra passando attraverso l’agricoltura sostenibile, l’ambiente e la migrazione.
L’evento ha ospitato artisti provenienti da tutto il mondo Rachel Marks Usa, Maria Giovanna Cicciari Italia, Ian Clark Regno Unito, Elisabetta Consonni e Diego Bianchi Italia che hanno realizzato progetti partecipativi e specifici per il territorio.
La giuria internazionale composta da Mark Anastasio, curatore della serie di film Coolidge After Midnight e Program Manager al Coolidge Corner Theatre di Brookline, Massachusetts, Lu Heintz, artista, educatrice e collaboratrice femminista nonché docente presso la Rhode Island School of Design di Providence, Pierlorenzo Puglielli, co fondatore del Sulmona Film Festival e Wolf Solutions for Cinema, Piercesare Stagni, docente di storia del cinema al Centro Sperimentale di Cinematografia sede d’Abruzzo e all’Accademia internazionale di Cinema di Pescara, Emma Zbiral-Teller, videoartista, curatrice e docente di Brooklyn e membro fondatore di Straight Through the Wall, ha decretato il film vincitore della terza edizione, Àgua Mole di Alexandra Ramires e Laura Gonçalves, Portogallo 2017, presentato anche a Cannes, un film documentario con le voci narranti in presa diretta e le loro parole che diventano volti, oggetti, maschere, simboli trascinati nel vento.
Due le menzioni d’onore, a Il Limite di Edmondo Riccardo Annoni, una narrazione al femminile che affronta il tema della morte con stile tanto documentaristico quanto onirico, e a Miraila, un cortometraggio d’animazione realizzato collettivamente da un gruppo di 19 artisti dell’Università dei Paesi Baschi, coordinato da Bego Vicario.
Il Capestrangers award è andato al film Ato San Nen di Pedro Collantes, la vicenda di due persone che, nonostante non parlino la stessa lingua, si sforzano di comunicare tra loro.
Novità assoluta di questa edizione è stata l’esperienza di Realtà Virtuale detta VR che consiste nel guardare film in un display montato sulla testa (HMD) e che ha permesso di vivere storie in un modo nuovo, immersivo. Katya Panova, russo/francese, produttrice di documentari con esperienza di VR in Francia, ha curato per Strano questo progetto che ha riscosso un incredibile successo.
In questi giorni, Strano ha avviato Terre Future, un progetto di ricerca ed elaborazione delle diverse soluzioni ed utopie che accompagnano la progettazione del nostro avvenire. Lo studio ha lo scopo di immaginare un futuro diverso, consapevole, che possa rivitalizzare le aree rurali italiane e non solo. Un progetto che ha visto il suo inizio in questa edizione del Festival.
Un grazie speciale al paese di Capestrano e a chiunque abbia partecipato.