05 Feb 18

Spreco alimentare, tra suoli ed acque

La Giornata di prevenzione dello spreco alimentare è stato istituita nel 2013 dal Ministero dell’Ambiente per ridurre gli sprechi. 16 miliardi di euro nella spazzatura ogni anno. Presadiretta ha parlato ieri di uso sostenibile di suolo, acqua ed energia. Gli allevamenti intensivi portano inquinamento, pesticidi e sfruttamento del terreno chiudendo il cerchio di un modello di produzione di cibo che secondo la Fao, genera un terzo di gas serra l’anno. Ed allora bisogna innovare.  Riccardo Iacona ha spiegato di cibi del futuro come insetti, alghe e meduse ma anche di serre idroponiche dove frutta e verdura vengono coltivati non nei terreni agricoli ma in argilla espansa, fibra di cocco, lana di roccia e zeolite. Sistemi lontani anni luce dai nostri stili di vita e dalla nostra economia che vede l’agricoltura come sistema produttivo del tutto tradizionale. La pianura padana ha la più alta concentrazione di allevamenti intensivi, in quelli naturali gli escrementi con la paglia costituivano un buon fertilizzante. Allevare bestie senza terra vuol dire invece dover smaltire i loro liquami, altamente inquinanti perché ricchi di azoto, fosforo e potassio. Elementi immessi nell’ambiente ogni anno. Ad oggi si smaltiscono per lo più sparsi sui terreni ma non hanno un potere fertilizzante. L’impatto ambientale è fortissimo. Come negli States, dove il maggior inquinamento delle falde acquifere proviene dagli scarti organici, e quando i terreni non assorbono, anche da noi i liquami confluiscono nelle acque e nelle sorgenti. Sono sistemi senza ritorno contro i quali bisognerebbe spingere una vera rivoluzione agricola a cominciare dalle nostre abitudini nel ridurre gli sprechi, fare la spesa consapevolmente, evitando di buttare cibi scaduti ed acquistando merci che non contribuiscano all’inquinamento del pianeta. Siamo pronti? Da noi Eco Ristorazione aquilana è stato un progetto promosso da Asm spa con le associazioni di categoria, nell’obiettivo europeo di ridurre entro il 2025 lo spreco alimentare del 50%, puntava a recuperare con vaschette da asporto, il pasto avanzato nei ristoranti. Un progetto pilota durato solo sei mesi, da riprendere, per cominciare.