Le dichiarazioni di Agostino Cittadini, guida alpina e presidente regionale delle guide alpine per vent’anni, membro del soccorso alpino, direttore di Abruzzo mountain guides, scuola di montagna nel cuore del Parco, unica accreditata Uiagm, associazione guide alpine italiane, associato di El Cap con Daniele Adriani e Matteo Cittadini, storica palestra di arrampicata del territorio, hanno scatenato un putiferio.
Qualche sbavatura segnalata è stata corretta, ma la genuinità con cui Agostino ha toccato temi importanti come la montagna e lo sport, e la libertà appassionata con cui ha rivendicato la sua partecipazione alla Festa della Montagna, non si toccano.
Perché ha una storia importante ed ha dato tutto alla sua terra e perché è una persona perbene.
Leggere quindi titoloni su stracci che volano, sanno chi è Agostino?, e fake news, impastate di veleni, non rendono onore ad uno sportivo come lui. E chi lo ha insultato lo sa.
Ci andrei calmo, quindi, con i giudizi, in particolar modo da parte di chi ha il compito di approfondire e capire, invece di fare il primo della classe con la bandierina da mostrare, sia essa di destra o di sinistra poco importa, al politico più vicino.
La politica, quella con la P maiuscola intendo, che invece di cavalcare i veleni di chi si sta sbranando intorno ad uno osso, mostrando per primo la bandierina al contendente, dovrebbe sedere con gli attori intorno ad un tavolo e costruire finalmente, se possibile, un percorso condiviso.
Ed è proprio perché ho visto quest’osso, che non mi lascerò tirare per la giacchetta da nessuno.
In particolar modo da chi per mostrare le proprie ragioni semina odio e vendette, boicotta oppure lacera e censura chi liberamente ha scelto di andare alla Festa della Montagna.
Gran Sasso Anno Zero è un’associazione che ribadisce da settimane che i bilanci sono pubblici e trasparenti, resta sempre il dubbio su quel 30% mancante in fondi pubblici, sul quale nessun politico e rari giornalisti, hanno voluto saperne di più.
Ognuno si assuma le proprie responsabilità quindi.
A cominciare dalla vecchia amministrazione che per premiare Gran Sasso Anno Zero, come associazione capace di gestire un evento ed un progetto, non ha fatto altro che seminare odio e veleni che oggi scontiamo. La comunità che si occupa di sport montani è davvero dilaniata nell’anima e la politica non può continuare sulla via del tifo da stadio. Pro o contro, a seconda di chi sia il protagonista da sferzare, perché stiamo lì lì per affogare.