La seduta pubblica Via Verdi online, realizzata dagli architetti Giuseppe Cimmino e Silvia Ricci, su commissione della società Germano Barattelli, è piaciuta molto ed è frequentata.
La città mi ha stupito, mi racconta Giuseppe Cimmino, appassionato di design, curatore d’interni e viaggiatore curioso, in giro, tra capitali europee e città metropolitane, ad immaginare nuove proposte per la città ferita e non solo.
La comunità ha accolto il progetto con grande benevolenza come una città del nord Europa o Parigi. Di sera la seduta è frequentata, quando il progetto è vissuto è vivo ed ha raggiunto il suo scopo. Parlare con Giuseppe è sempre un viaggio, sensibile allo spazio pubblico spera che l’intuizione di Enrichetta Barattelli sia solo un nuovo inizio per L’Aquila.
E’ tutta edilizia moderna, mi spiega indicando via Verdi dalla seduta, e qui a fianco c’è un palazzo nobiliare, il nostro progetto è una linea di confine osata e contestualizzata nella forma e nella materia la grande rispondenza da parte della città è il più grande successo.
Siamo quindi pronti per fare di più in questa ricostruzione? Chiedo.
L’Aquila ha bisogno di sentirsi parte integrante di un posto all’avanguardia come in una città europea. Dopo dieci anni è pronta a recepire e ad osare anche con linee moderne e nuovi oggetti, per noi il motto non è il com’era dov’era, ma il com’era non è.
Cimmino guarda al concorso internazionale di architettura per la ricostruzione della guglia di Notre Dame a Parigi, l’obiettivo era capire se ricostruire quella stessa disegnata da Viollet-le-Duc oppure progettare una nuova guglia in linea con le tecniche e le sfide del nostro tempo.
Perché non provare anche da noi?
Il risultato ha prodotto nuove idee progettuali ed un confronto pubblico, dalla serra didattica alla spirale di cristallo, dal tetto in vetro alla nuova guglia in cristallo e acciaio o alla fiamma monumentale ricoperta di foglie d’oro. C’è un dibattito in corso ci si confronta e ci si apre dopo dieci anni siamo pronti anche noi, dice citando il ponte Morandi, dove una giuria internazionale sta scegliendo il progetto di recupero, tra le sei finaliste, sulle 31 proposte pervenute.
Cimmino cita l’archistar Zaha Hadid, che a Berlino ha lasciato un segno con l’Iba Block B del progetto Iba Housing, un edificio residenziale di otto piani rivestito di bronzo, che riflette tutte le sfumature del cielo della città, dall’alba al tramonto, si può ancora intervenire sul privato e ci vorrebbero più concorsi d’idee, attiriamo all’Aquila nuovi progetti di recupero o una chiesa ridisegnata, anche la Sovrintendenza mostra un’apertura al rinnovamento potremmo osare di più. Iniziamo col recupero degli spazi urbani, conclude, un progetto di arredo urbano porta gente, parliamo di pavimentazione e d’illuminazione, promuoviamo sinergie tra pubblico e privato, tra pubblico ed imprese. Per esempio a San Demetrio è stato adottato da parte di un privato un fazzoletto di terreno, trasformato in seduta e ristoro per ciclisti, si potrebbe fare davvero molto.
Sì, si potrebbe e dovremmo provarci sul serio.