13 Ott 16

Spartizione appalti, sette arresti

Associazione a delinquere, corruzione, concussione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e induzione indebita a dare o promettere nell’ambito della ricostruzione post terremoto, è l’indagine su cui lavora il Corpo Forestale dello Stato. Nell’ambito dell’inchiesta, sette arresti domiciliari oggi, per corruzione e turbativa d’asta, disposti dal Gip del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, tra pubblici ufficiali, tecnici progettisti ed imprenditori nei comuni di Bussi sul Tirino, Pescara, Popoli, Perugia, Gubbio ed Assisi, ed un sequestro preventivo per 330mila 929,63 euro, come profitto corruttivo. Le indagini, coordinate dal procuratore capo facente funzioni Cristina Tedeschini e dai sostituti procuratori Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, hanno preso il via dalle dichiarazioni di un imprenditore umbro aggiudicatario di tre appalti per la ricostruzione di aggregati edilizi di Bussi per 8milioni di euro, a seguito della richiesta, da parte del direttore dei lavori, di una tangente del 12%, pari a 960mila euro, al fine di dividerla con altri tecnici coinvolti. Le successive indagini della Forestale, intercettazioni, perquisizioni alle imprese e acquisizioni documentali presso gli Uffici Tecnici della Ricostruzione del cratere aquilano, oltre ad informazioni testimoniali, hanno scoperto l’esistenza di un piano, definito dagli stessi indagati, Piano Abruzzo, per gestire la ricostruzione privata degli edifici interessati dal sisma dell’aprile 2009 nei comuni di Bussi e Bugnara. Il sistema si basava sul previo accaparramento degli incarichi di progettazione degli aggregati edilizi del cratere, in maniera da acquisire un’indebita posizione di sostanziale monopolio degli affidamenti dei lavori, scrive nella nota la Forestale, e ciò per il tramite della corruzione di pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio (tecnici dei consorzi privati aventi diritto alla ricostruzione finanziata dallo Stato), costringendo le ditte ad erogare rilevanti somme di denaro per poter accedere al mercato degli appalti della ricostruzione, agevolati dalla totale contribuzione pubblica. Il buon esito dell’istruttoria per la richiesta del contributo veniva garantito dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico della Ricostruzione n. 5 del cratere aquilano che, come contropartita della vendita degli atti del proprio ufficio, otteneva la promessa della corresponsione di rilevanti somme di denaro (importi pari al 5% del valore degli appalti per un importo di circa euro 29milioni di euro) oltre alla corresponsione di utilità (quali lavori edili gratuiti presso un’abitazione di proprietà, la disponibilità di un’autovettura e l’assunzione di un familiare presso una ditta affidataria dei lavori). Le dichiarazioni di altro imprenditore umbro, che ha già chiesto il patteggiamento, dimostravano il distacco del predetto pubblico ufficiale presso l’Ufficio tecnico del comune di Bugnara, per tentare di turbare la gara pubblica per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di ricostruzione ex novo della scuola elementare e materna “V. Clemente”, ottenendo, come contropartita di atti contrari al suo ufficio, la somma di 10mila euro in contanti e la promessa di ulteriori 130mila euro, da erogarsi in base ai vari SAL. Il personale del Corpo forestale dello Stato del Comando provinciale dell’Aquila, conclude la nota, sta operando anche presso i due Uffici per la ricostruzione dell’Aquila e del cratere, per sequestrare tutto il carteggio afferente a lavori di ricostruzione privata in cui compaiono le ditte interessate dall’indagine.