Sette avvisi di garanzia per non aver ottemperato ad obblighi di sicurezza sul lavoro nell’ambio degli scavi per i sottoservizi. E’ quanto ipotizza la Procura della Repubblica che ha notificato la chiusura delle indagini all’imprenditore Gianni Frattale, vice presidente di Asse centrale scarl, la consorziata che si è aggiudicata l’appalto da 80milioni di euro per la realizzazione del tunnel intelligente con Acmar, Edilfrair e la ditta Taddei associate in Ati; ad Aurelio Melaragni, allora responsabile per la sicurezza dipendente di Gran Sasso Acqua spa; Alessandra Marono, direttore dei lavori; Ares Frassineti, presidente di Asse Centrale scarl fino al 2016; Luca Carosi, coordinatore della sicurezza; Mauro Covotta, direttore operativo e Bruno Minghelli, presidente di Asse Centrale dopo Frassineti.
L’accusa in concorso, così come riporta il quotidiano Il Centro, è quella di omissione o rimozione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.
Le indagini le ha seguite la Guardia di Finanza ed il provvedimento di chiusura delle indagini lo ha firmato il pm Stefano Gallo, iniziate nei cantieri dal 2015, si sono concluse il 5 febbraio scorso con l’ultimo sopralluogo della Asl.
Sopralluoghi su corso Vittorio Emanuele II e sui cantieri dell’intera
rete lunga oltre 17 chilometri ed oggi in via di completamento nel primo lotto.
Dalla notifica degli avvisi, gli indagati avranno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive sulle contestazioni mosse dalla Procura o sottoporsi ad interrogatorio, dopodiché il pm si pronuncerà su un’eventuale archiviazione o per il rinvio a giudizio degli indagati.
Secondo quanto riportato dal quotidiano s’indagherebbe anche su altre presunte irregolarità come sulla torre civica di Palazzo Margherita che sarebbe stata indebolita dagli scavi per i lavori.
Avvocati difensori sono Luca Panella, Ascenzo Lucantonio, Antonio Milo, Vincenzo Calderoni, Roberto De Cesaris e Gregorio Equizi.