Sono stati spesi 12miliardi di euro e più, dal 6 aprile 2009 in poi. Cinque anni di spesa folle dell’emergenza, di cui non c’è di fatto traccia. Mettiamo un furbo. Se avesse chiesto l’autonoma sistemazione da Berlino, per cinque anni, non se ne sarebbe accorto nessuno, se l’avesse chiesta da Roma e avesse chiesto contemporaneamente un alloggio nel Progetto case, probabilmente l’avrebbe ottenuto, se poi l’avesse chiesto anche in altri Comuni del cratere, magari ne avrebbe avuto uno, in 57 Comuni diversi. Gli incroci sono impossibili, perché non esistono Banche dati, sarebbe passato inosservato. Mettiamo altri furbi. Se avessero chiesto rimborsi, per beni mobili danneggiati per la propria abitazione, se li avessero chiesti più componenti della famiglia per la stessa abitazione e se poi li avessero chiesti, per il negozio che avevano ed ancora una volta per l’abitazione, quando la legge vieta di cumulare gli indennizzi, riconoscendo un massimo ad ogni cittadino di 10mila euro, lo avrebbero ottenuto e non è detto sarebbe stato scoperto, perché le amministrazioni si muovono solo con le domande presentate dagli aventi diritto, protocollate e da liquidare. Non essendoci un sistema digitalizzato che possa consentire controlli approfonditi, anche le forze dell’ordine hanno ogni difficoltà ad indagare sull’onestà di chi chiede soldi allo Stato, mentre la macchina dei controlli continua a muoversi troppo lentamente. Non abbiamo archivi sulle imprese, sui progettisti, sui tecnici, sui lavori e sui cantieri, mettiamo anche in questo caso dei furbi, quegli studi professionali che hanno fatto incetta di incarichi per poi rivenderli, come in effetti accade in queste settimane, non li conosceremo mai, le imprese pulite, che possono lavorare nei cantieri della ricostruzione, sono pulite sulla parola, perché gli elenchi in cui avrebbero dovuto iscriversi per poter lavorare, le white list, non sono mai stati obbligatori. Neanche dopo le inchieste che hanno mostrato infiltrazioni camorristiche nel territorio ed inquietanti collusioni con le imprese locali. In questa profonda oscurità, dove 12miliardi di euro sono volati al vento senza tracciare la strada del più piccolo centesimo, ci vorranno almeno cinquant’anni, per avere un po’ di luce.