E’ stato presentato nella sede della Giunta regionale, il progetto di fattibilità tecnico-economica (PFTE) per la messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso del commissario Corrado Gisonni, presenti il commissario straordinario per il ripristino e la messa in sicurezza della tratta autostradale A24 e A25, Marco Corsini, i sindaci dei territori interessati, i gestori e i tecnici. In chiusura, l’intervento di Gianni Letta. Moderatore Paolo Pacitti, capo redattore Tgr Abruzzo.
Una tappa fondamentale che premia la scelta della Regione di richiedere la nomina di un commissario di governo per risolvere il delicatissimo problema dell’acqua del Gran Sasso che attualmente serve circa 800mila cittadini abruzzesi che diventano molti di più durante la stagione estiva, ha detto il presidente Marsilio. Il professor Gisonni ha rispettato l’impegno di arrivare nel giro di due anni a portare sul tavolo di confronto una seria ipotesi progettuale oltretutto coordinata con il commissario per la sicurezza sismica delle autostrade A24 e A25, Marco Corsini. La Regione farà di tutto per assicurare che le fasi successive procedano con la massima celerità assicurando alle strutture commissariali tutto il sostegno necessario per chiudere la partita in tempi ragionevoli.
Il documento è propedeutico alla definizione del progetto definitivo.
I costi complessivi di messa in sicurezza dell’infrastruttura idrica del Gran Sasso sono stimati in circa 180 milioni di euro.
I tempi di lavorazione sono stimabili tra i tre e i quattro anni, a seconda del tipo di cantierizzazione che sarà possibile effettuare, ma complessivamente si sfioreranno i 10 anni, se tutto andrà bene e al netto delle burocrazie.
Si punta a realizzare i lavori senza interruzione dei servizi essenziali cioè erogazione dell’acqua, traffico autostradale e accesso ai Laboratori di fisica nucleare.
Sarà realizzato al di sotto del traforo un cunicolo di sottoservizi all’interno del quale andrà la condotta dell’acqua isolata da ogni contatto con l’ambiente esterno e circostante, con tubazioni esterne parallele alle gallerie per captare l’acqua nell’ambito delle prescrizioni e delle distanze del decreto ambiente 152/2006, oggi si lavora in deroga alle distanze imposte.
Interventi anche nelle tre reti dei laboratori di fisica nucleare, l’ex idopotabile, che sarà ripristinata perché dai dati risulta un’ottima qualità dell’acqua; la rete di scarico e quella ausiliare messa in opera dal commissario nel 2003.
Non è ancora stato deciso come procedere alla cantierizzazione e quindi come fare i lavori nel traforo, raccordandosi anche alla messa in sicurezza dell’autostrada col collega Corsini, si arriverebbe comunque a sfiorare il decennio.