Questo è un paese di m… è lo sfogo dei familiari delle vittime della strage di Rigopiano alla lettura della sentenza emessa oggi dal Tribunale di Pescara a conclusione del processo di primo grado che ha assolto quasi tutti i 30 imputati con sole 5 condanne, tra cui quella del sindaco di Farindola Ilario Lacchetta con una pena minima di 2 anni e 8 mesi per un solo capo di imputazione, cioè per l’omissione dell’ordinanza di sgombero dell’albergo, per tutti gli altri capi di accusa è stato assolto perché il fatto non sussiste.
Delusione e rabbia tra i parenti delle 29 vittime.
Vergogna, venduti! Le urla dopo la lettura del dispositivo da parte del giudice. Quella scritta la dovete cancellare in questo Tribunale, ha urlato il padre di un vittima al gup Gianluca Sarandrea.
Assolvendo quelli che hanno ammazzato i nostri parenti, oggi ci avete ucciso, ci avete massacrati. L’Italia fa schifo perché questa non è giustizia. Da questo processo si doveva dare fiducia gli italiani invece ora tutti devono prendere coscienza che la giustizia in Italia non esiste. È tutto pilotato dai politici.
Il giudice è stato scortato dalle forze dell’ordine verso l’uscita. Giudice, non finisce qui, la promessa di Giampaolo Matrone, 39 anni, che sotto la valanga perse la moglie Valentina Cicioni.
I trenta imputati tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, erano accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi. In 25 sono stati assolti. Le condanne riguardano il dirigente e il responsabile del servizio di viabilità della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio (tre anni e quattro mesi di reclusione ciascuno), il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta (2 anni e 8 mesi di reclusione, ma l’accusa aveva chiesto 11 anni e 4 mesi), accusati tutti e tre di omicidio plurimo colposo e lesioni multiple colpose; il gestore dell’albergo e amministratore e legale responsabile della società ‘Gran Sasso Resort & spa’, Bruno Di Tommaso, e il redattore della relazione tecnica allegata alla richiesta della Gran Sasso spa di intervenire su tettoie e verande dell’hotel, Giuseppe Gatto (sei mesi di reclusione ciascuno), accusati di falso. Tra gli assolti l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo (per il quale era stata chiesta la condanna a 12 anni) e l’ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco.
È stato cancellato il reato di disastro colposo, ha dichiarato il capo della Procura pescarese Giuseppe Bellelli dopo la sentenza. Una decisione quella del gup che smantella la ricostruzione dell’accusa sia per quanto riguarda il disastro sia in merito ai soccorsi e ai presunti depistaggi. Attenderemo le valutazioni della sentenza per valutare il ricorso in Appello, ha dichiarato all’Ansa Bellelli.