22 Giu 23

Sanità, fateci capire a che punto siamo

E’ difficile capire in tre parole, come migliorerebbe concretamente la nostra sanità con i fondi miliardari del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ideato all’indomani della pandemia, per non essere più aggrediti dall’emergenza.
15mliardi e più, per: Un efficace miglioramento del Sistema Sanitario Nazionale per rendere le strutture più moderne, digitali e inclusive, garantire equità di accesso alle cure, rafforzare la prevenzione e i servizi sul territorio promuovendo la ricerca, lancia l’informazione istituzionale.

Entro il 2026 dovremmo quindi realizzare 400 Ospedali di comunità, 11 in Abruzzo, per degenze di breve durata;

dovremmo poi adeguare simicamente le strutture ospedaliere esistenti;

rendere l’assistenza di prossimità più diffusa su tutto il territorio per garantire cure primarie e intermedie, soprattutto alle categorie più fragili;

realizzare 5 Centri operativi: di cui 4 centri di ricerca e sviluppo di tecnologie innovative e 1 infrastruttura strategica dedicata alla gestione di future pandemie;

istituire il Sistema nazionale Salute, Ambiente e Clima per migliorare le infrastrutture, le tecnologie e la ricerca;

attivare 1.350 Case di comunità, 40 in Abruzzo, per rafforzare l’assistenza domiciliare e integrare efficacemente i servizi socio-sanitari;

prendere in carico il 10% della popolazione over 65 con malattie croniche o non autosufficienti grazie all’assistenza domiciliare;

diffondere la telemedicina attraverso la domotica e la digitalizzazione per le cure domiciliari con un modello condiviso;

attivare 602 Centrali Operative Territoriali e un nuovo sistema formativo in ogni Asl per gestire i servizi domiciliari.

Questo solo sul fronte infrastrutturale, perché poi dovremmo anche aggiornare i nostri sistemi digitali e tecnologici per attivare il Fascicolo Sanitario Elettronico, FSE, ed erogare Livelli Essenziali di Assistenza, LEA, in tutto il Paese e in tal senso con il Pnrr prevediamo di:

acquisire 3mila 133 nuove apparecchiature dotate di tecnologia di ultima generazione per TAC, risonanze, e altri esami sanitari;

digitalizzare 280 strutture sanitarie sedi di Dipartimenti di Emergenza e Accettazione, DEA, di primo e secondo livello;

potenziare le strutture degli ospedali con il rinnovamento dei posti letto in terapia intensiva e semi intensiva.

Tutto questo lo dobbiamo fare entro il 2026. La Regione Abruzzo ha sottoscritto il contratto di sviluppo con il Ministero della Salute a giugno di un anno fa.  Dopodiché? Dopodiché la realtà della gente è l’attesa infinita per una visita specialistica e il timore della vecchiaia, con un Servizio Sanitario Pubblico che si adatta, ogni giorno di più, a vivere nell’emergenza.