La commissione Territorio con il presidente Raffaele Daniele, visiterà la Riserva del Vera ospite dei residenti, per vedere con i propri occhi le ragioni della protesta di un Comitato spontaneo di cittadini di Tempera, 537 firmatari, che non è d’accordo sugli interventi fatti finora dal Comitato di gestione, e chiede quindi di essere ascoltato.
La Riserva è un giardino da tenere con cura, da visitare con rispetto dei luoghi e della storia che racconta, evitando bivacchi e cartellonistica impattante da fare magari in un grande Parco, ma non in 400 mq. lineari, la cui riqualificazione, dalla cartiera alla cosiddetta centrale idroelettrica, dalla rameria acquisita da un privato ai percorsi da tutelare, va condivisa con la gente del luogo.
Per tale ragione il commissario Masciocco ha proposto di allargare il Comitato di gestione, nominato con delibera di Consiglio comunale n. 21 del 21 marzo 2016, a due rappresentanti delegati dai temperesi, ed ancora la rassicurazione che la destinazione d’uso della vecchia centrale resti agricola e diventi Museo contadino, dove il visitatore potrà apprendere l’antica economia del posto, dall’acqua alla cartiera, dal mulino alle gualchiere, dalla rameria alla pesca.
I residenti, solo a seguito di un paio di incontri pubblici per illustrare le decisioni prese, hanno cominciato a sapere e a vedere che il loro fiume, le loro sorgenti, i luoghi della loro infanzia e dei racconti dei nonni sarebbero stati profondamente turbati da staccionate trattate con prodotti chimici, scrivono i firmatari del Comitato spontaneo, ed ancora staccionate impattanti a bordo fiume con tavoli enormi ed uno smisurato numero di cartelloni giganti, oltre ad una serie di scelte che, al di là della bontà del percorso burocratico di decenni, come ha giustamente rilevato Paola Giuliani del Comitato di Gestione che lo segue dall’inizio, vengono subìte come letteralmente imposte.
E siccome si sta procedendo con il recupero della vecchia centrale idrolettrica, per farne un punto informativo e qualche stanza del piano superiore riservarla ad un piccolo B&B, inserendovi un impianto di fitodepurazione per un paio di bagni ed ancora un ponticello di attraversamento, con basamenti di cemento da immergere nell’acqua del fiume con una turbina, la gente non vuole. Acque purissime ed una temperatura costante, garantiscono la vita di insetti e flora di vasto pregio e rarità, caratterizzando il luogo come speciale. Anche per questo i temperesi non vogliono che gli alberi, per cui è prevista una straordinaria potatura così come spiegato dall’assessore Imprudente, siano toccati, e temono che qualunque altra azione possa turbare un equilibrio antico, senza ancora sapere dove andranno a finire, visto che gli interventi sono il frutto di progetti finanziati da bandi regionali ed europei, ma un filo non si vede.
Cioè: cosa dovrebbe diventare la Riserva? E come inserirne la rinascita nella ripresa del borgo ancora diruto e abbandonato dal sisma del 2009? Perché non insediare un punto informativo nel cuore del borgo o in una stanza in comodato nella rameria?
Di fatto i progetti urbanistici consentiti, vedevano come davvero strategico il recupero dell’antica rameria, solo così, interventi più invasivi avrebbero avuto un senso, al contrario non fu acquisita dal Comune, nonostante il diritto di prelazione, ma da un privato per 100mila euro, che ha poi ottenuto un milione e 100mila euro dalla Sovrintendenza per i lavori post sisma.
Qual è quindi oggi l’obiettivo strategico? La direzione lavori, che deve iniziare a recuperare la centrale, si è detta ben disposta a venire incontro alle esigenze del luogo, che ad esempio vorrebbe spostare il ponticello all’ingresso della Riserva.
Si può fare non si può fare, perché tenere fuori le persone? Si riuscirà davvero a recuperare la cartiera? Non sarebbe meglio ora puntare al Museo contadino che ha peraltro anche fondamenta in pietra e malta? E poi perché non fare un impianto di fitodepurazione a valle del Vera, dove il corso d’acqua viene inquinato dal depuratore, così come ben ricordato dal Comitato di gestione? Si chiedono i cittadini.
Al netto di ogni burocrazia bisogna sedersi a tavolino e ragionare sul futuro, mentre a seguito del sopralluogo, la commissione si pronuncerà sulle due proposte di Masciocco.