Il 13 maggio a Parma, l’Ance presenterà il decalogo per la rigenerazione urbana. Cosa significa fare rigenerazione urbana, con quali strumenti, misure e risorse per favorirla, il decalogo è frutto del lavoro congiunto dell’Urban Renovation Lab, laboratorio di confronto ideato proprio da Ance, con le associazioni del mondo finanziario, accademico e professionisti, in un percorso a tappe e itinerante per un confronto a più voci.
Ognuno, commenta il presidente Gabriele Buia, ha offerto la propria visione di città che include, resiliente, abitata, attenta alle persone, sicura, della prossimità, accogliente, creativa, bella, che riusa, verde, non energivora, accessibile. È il tratto della nuova rigenerazione.
Siamo partiti dall’individuazione di ciò che manca per arrivare a delineare una nuova politica per le città, una visione trasversale e ampia della rigenerazione urbana. Un lavoro unico, partecipato, condiviso che speriamo poi le istituzioni e la politica facciano proprio, trasformandolo finalmente in un progetto concreto di città.
E quanto è mancato tutto ciò all’Aquila per una strategia seria sul post sisma?
I dieci punti del decalogo di rigenerazione urbana:
Definizione di rigenerazione urbana e dichiarazione di interesse pubblico degli interventi.
Governance per la nuova politica urbana nazionale e partecipazione dei cittadini.
Contenimento del consumo di suolo.
Nuova perequazione per la città contemporanea.
Nuova disciplina degli standard urbanistici.
Contributo di costruzione.
Modifiche alle destinazioni d’uso, incentivi e semplificazioni.
Centri e nuclei storici.
Fiscalità immobiliare e coinvolgimento del risparmio privato.
Semplificazione per gli interventi di riqualificazione energetica e miglioramento sismico degli edifici esistenti.
La politica per anni ha dimenticato le città, conclude Buia, è giunto il momento di adottare strumenti efficaci per limitare il consumo di suolo, promuovere la sostenibilità e l’innovazione. Grazie alla rigenerazione urbana anche gli obiettivi prefissati dalla nuova proposta Direttiva Ue sul risparmio energetico degli edifici saranno più raggiungibili.
Dove manca il dibattito pubblico e il confronto dove manca ed è mancata la politica, ecco dunque i costruttori, occupare uno spazio desolatamente vuoto per dettare le regole del gioco.