Progettazione inclusiva. E’ quanto intende fare l’amministrazione civica sulla ricostruzione pubblica. E così in una recente delibera di Giunta, propone criteri di valutazione aggiuntivi negli appalti per uffici, scuole, musei ed ogni altro bene pubblico appartenente al Comune dell’Aquila. Anche in sede di selezione delle commissioni di gara, avrà maggiori chance chi riuscirà a vantare competenze ed esperienze nell’ambito dell’inclusione. Qualità ed innovazione nelle soluzioni progettuali per l’abbattimento delle barriere architettoniche, saranno valutate in sede di gara con relativi punteggi, il dirigente del Settore Ricostruzione Beni pubblici, ad oggi Vittorio Fabrizi, emanerà specifiche disposizioni per la redazione dei bandi, mentre saranno integrati i capitolati speciali d’appalto sulle opere pubbliche comunali. Il richiamo alle normative nazionali ed europee è completo, resta da capire quanto riusciremo a rendere pratico l’intento della politica. Fruibilità ambiente/edificio, ricostruire/recuperare, diversità come confronto con un ambiente sfavorevole sono parole importanti. Così come gli intenti di progettare spazi volti a migliorare la fruibilità dell’esistente, come ha proposto il disability manager Chiara Santoro. Design for all, accessibilità, inclusività, integrare la disabilità nel processo di ricostruzione, sono parole a cui dare sostanza. Così come a quelle sulle disabilità intese come invecchiamento progressivo della popolazione mondiale e quindi l’urgenza di condizioni ambientali per una vita dignitosa. Concetti altamente civili e fortemente innovativi da introdurre intanto nella macchina comunale aquilana per poi evolvere all’esterno, agli altri enti e a chi ha messo le mani nella città perché alla fine le barriere architettoniche sono rimaste ovunque. L’ultimo esempio nella recente inaugurazione di un comitato elettorale di Forza Italia, in centro storico, dove proprio un militante diversamente abile pare non abbia partecipato perché le scale glielo avrebbero impedito.