In audizione in Commissione Ambiente alla Camera, il sottosegretario alla ricostruzione Vito Crimi ha illustrato qualche dato, annunciando una norma a breve che semplifichi ed acceleri le procedure e sblocchi in particolar modo lo stallo della ricostruzione pubblica.
67 mila persone assistite subito dopo il terremoto e ad oggi 4mila nuclei circa ancora in emergenza. La ricostruzione privata nel Comune dell’Aquila avrebbe raggiunto il 73% con quasi 25 mila pratiche istruite.
Circa 1.600 quelle ancora pendenti.
Nel centro storico, invece, la ricostruzione privata si attesterebbe intorno al 74% con 2miliardi di euro concessi.
In periferia siamo al 55% mentre nelle frazioni il dato cala drammaticamente al 21%.
Per la ricostruzione pubblica, sui 2miliardi e 100milioni di euro di importo finanziato, l’erogato scende praticamente alla metà.
Secondo il sottosegretario, e non solo secondo lui, non servirà ricostruire l’immenso patrimonio immobiliare e residenziale distrutto se non sappiamo poi cosa farne, anche sul Progetto Case e sugli alloggi ceduti, circa 600, in cambio di contributi per acquisire metri quadri equivalenti, andrà avviato un confronto.
Nei Comuni del cratere, ci sarebbe una scarsa capacità di spesa.
Il problema più grave resta legato alla palude in cui muore la ricostruzione pubblica, per cui c’è un decreto in corso di definizione per rilanciare i lavori.