La mappa italiana, dell’odio online. Ne ha scritto Federico Fubini sul Corriere della Sera raccontando dello studio di cui si parlerà nell’evento organizzato dall’AISRe, Associazione Italiana di Scienze Regionali e dal GSSI, Gran Sasso Science Institute, che si terrà da oggi a mercoledì.
Alessandra Faggian, esperta di scienze regionali e Daria Denti, entrambe economiste del Gran Sasso Science Institute, si concentrano sulla rete e lavorando su una banca dati di 75mila tweet di odio con geolocalizzazione, predisposta dalla Statale di Milano con la Sapienza e l’Università di Bari, studiano una serie di correlazioni.
Ne emerge che l’odio digitale in Italia ha una sua geografia economica, culturale e psicologica, se lo si studia su ogni mercato locale del lavoro, cioè per gruppi di comuni adiacenti, rileva Fubini.
L’odio su Twitter tende a essere più intenso in aree d’Italia con maggiori diseguaglianze di reddito e con livelli più elevati di insicurezza occupazionale, definita come quota di persone che temono di perdere il posto entro sei mesi. Forti diseguaglianze e percezione di precarietà sono gli unici fattori, in Italia, chiaramente correlati all’odio digitale. Le aggressioni digitali arrivano con più frequenza anche da zone No vax; dove è più bassa la copertura vaccinale al morbillo e alla difterite.
Il campione è di 14 Paesi europei, il numero di reati di razzismo e xenofobia registrato dalle polizie è raddoppiato, dal 2013 al 2016, a oltre ottantamila casi.
In Italia sono più che triplicati, fino a mezzo migliaio di episodi l’anno.
Oltre 400 esperti di economia e sviluppo territoriale si confronteranno nel corso della 40ma Conferenza AISRe. Tra loro anche il neo ministro per il sud Giuseppe Provenzano.
Crescita e occupazione, periferie e riqualificazione, disparità regionali e aree interne, sviluppo sostenibile e green economy, imprese e innovazione, infrastrutture e trasporti sono solo alcuni dei temi trattati nella tre giorni di studio, intitolata Oltre le crisi: Rinnovamento, Ricostruzione e Sviluppo dei Territori.
A dieci anni dal sisma del 2009, particolare attenzione sarà dedicata all’analisi delle criticità e delle opportunità di rilancio economico e sociale del processo di ricostruzione in seguito a eventi catastrofici. Parteciperanno al dibattito gli economisti Fabrizio Barca, ex ministro per la Coesione Territoriale, Simona Iammarino e Andrés Rodríguez Pose, della London School of Economics, e Philip McCann, professore dell’Università di Sheffield. Tutti e quattro, insieme ad altri studiosi, contribuirono nel 2012 alla stesura del rapporto Ocse/Groningen, L’azione delle politiche a seguito di disastri naturali. Aiutare le regioni a sviluppare la resilienza.
Il rapporto sarà aggiornato con una pubblicazione prevista per l’anno prossimo.
L’ultima sessione plenaria, mercoledì 18 alle 14.00, organizzata dalla rivista Italian Journal of Regional Science, ospiterà una lectio magistralis di Thomas Kemeny, professore di sviluppo economico alla Queen Mary University of London, tra i massimi esperti delle cosiddette left behind areas, le aree lasciate indietro. Zone prevalentemente rurali nelle quali le politiche pubbliche hanno investito meno, privilegiando i centri urbani.