Riscopro i lavori di Elena Bellantoni, l’artista è stata di recente anche al MAXXI L’Aquila, per ricordare a me stessa, grazie alla sua opera di qualche tempo fa ma di grande impatto, che la violenza si fa cemento e forza nel linguaggio di tutti i giorni.
La società dagli anni 60 ad oggi, spiega Bellantoni, ha sempre accettato questo tipo di linguaggio che considero oltraggioso. Cercando sul web, chiedendo e camminando per strada, ho raccolto moltissime immagini che evidenziano proprio la funzione del corpo della donna come strumento che attira, invoglia e crea ambiguità. Non ho fatto altro che produrre delle semplici fotocopie in bianco e nero, con stampa serigrafica, su cui sono intervenuta utilizzando due colori fluo il fucsia ed il giallo. Ho messo in evidenza ciò che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, ciò a cui il nostro occhio s’è abituato e registra come normale.
E quando un linguaggio passa come normale nel quotidiano di tutti noi;
quando ci si spinge sempre un po’ più in là perché tanto si scherza;
perché tanto poi ci rispettiamo;
perché tanto poi tanti maschi che oggi chiacchierano domani si faranno qualche sorrisetto sotto i baffi davanti alla bellezza e prosperosità delle gigantografie pubblicitarie;
perché tanto che male c’è e poi si sa chi mostra gode e chi guarda crepa;
perché tanto chi è causa del suo mal pianga se stesso/a;
perché tanto poi la pubblicità è l’anima del progresso e siamo tutti prodotti se no che parità è? Prima avete voluto la parità e poi?
E quindi da domani si ricomincia, nei secoli dei secoli amen.