Liste civiche e l’intera opposizione chiedono oggi che Massimo Cialente riferisca in Consiglio comunale sulle vicende giudiziarie che lo stanno interessando in queste ore. Un avviso di garanzia, perché avrebbe spinto per il pagamento di un Sal, telefonando al funzionario comunale, indagato a sua volta, alla presenza dei legali dell’impresa. Ed ancora pressioni perché facessero lavorare una ditta aquilana. Tutto ciò per il Sindaco è normale. Avvisa sui social se gli accade qualcosa di giudiziariamente rilevante, in modo da sgonfiare prima che esploda, una notizia a suo carico che lo implicherebbe in questioni di cui un sindaco non dovrebbe affatto interessarsi. Pagare uno Stato avanzamento lavori è una cosa talmente tecnica che o si può fare, perché rispetta il Codice degli appalti e regolamenti seguenti, oppure no. Un funzionario non può essere politicamente pressato a fare nulla. Appello per L’Aquila e L’Aquila che vogliamo si chiedono cosa pensino di questo modus operandi la maggioranza che sostiene Cialente e il vice sindaco Nicola Trifuoggi, entrato in Giunta qualche anno fa per farsi garante, da ex magistrato, della legalità dell’amministrazione, travolta allora da altre inchieste giudiziarie. Secondo i gruppi civici non può essere che un’impresa fa un colpo di telefono ad un Sindaco e questi sblocca un pagamento. Sui Sal il via libera può essere dato se i subappaltatori, in genere artigiani locali, sono stati pagati, senza queste fatture quietanzate non c’è pressione che tenga o santi in paradiso da chiamare, ribadiscono i civici. Chi sa se Cialente riterrà di dover raccontare alla città i fatti, la maggioranza, dentro il suo bunker di atomi isolati perché l’unità non c’è da mesi, deciderà come uscirne. Gli aquilani stremati non chiedono più giustizia ed equità, presi dalle loro beghe in molti, sfiancati dai muri di gomma che si trovano davanti da sette anni, altri. Credo che la cosa più facile per questo Sindaco sia buttarla in caciara, raccontare una verità rimaneggiata per somministrarla a chi ascolta, sminuire e negare sempre. Anche l’evidenza.