Si terrà a Mantova, il primo Forum delle Foreste Urbane promosso dalla Fao, dal 28 novembre al 1° dicembre prossimi.
Mantova, Capitale italiana della Cultura 2016, e per Ecosistema urbano 2018, città più verde d’Italia per il secondo anno consecutivo, ospiterà 400 esperti provenienti da oltre 50 Paesi per un confronto sulla green revolution e sull’opportunità delle forestazioni urbane integrando le infrastrutture grigie con quelle verdi.
Per combattere l’inquinamento, recuperare suoli, affrontare i cambiamenti climatici.
Più alberi, parchi, orti urbani, tetti verdi e facciate vegetali per recuperare ossigeno ed inventare nuovi posti di lavoro, rendendo le metropoli delle vere e proprie foreste urbane.
Polmoni verdi dentro le città per purificare l’aria e favorire la diminuzione delle temperature atmosferiche puntando al risparmio energetico.
Green zone per il buonumore, allentare lo stress ed aumentare la produttività personale, quindi una rivoluzione economica da favorire, mentre Mantova, città d’arte e di cultura continua a crescere favorendo scambi ed interazioni globali.
Organizzato dal Comune, dal Politecnico di Milano e da Sisef, Società italiana di sevicoltura ed ecologia forestale, il Forum è curato da un comitato di esperti internazionali con Stefano Boeri, noto per il suo bosco verticale nelle metropoli. Forestazioni urbane anche per far partecipare i cittadini ad una innovata pianificazione dove il verde urbano assume valore.
Il Parco fluviale dell’Aterno dovrebbe essere una delle idee strategiche nell’unica proposta preliminare di Piano regolatore che abbiamo.
Il Piano vigente, nonostante il terremoto devastante del 2009, è del 1975.
Il Parco attraverserebbe la città in maniera lineare, metterebbe in rete i borghi, borgo Rivera, Onna ed il centro storico, stimolando come attrattore, con la Riserva del Vera, una nuova coesione urbana e rurale, e del centro storico con le periferie. Bioedilizia, il ruolo centrale dell’Aquila nell’Appennino e la rigenerazione urbana che cambierebbe il capoluogo, dovrebbe essere il progetto pilota per i borghi dell’Appennino, partendo dalla filiera edilizia per rigenerare boschi, acque, energia, agroalimentare e turismo, inserendosi nelle politiche verdi delle aree protette europee, otto in Abruzzo, di cui la metà nel Comune dell’Aquila, come la Riserva del Lago di Campotosto e quella del Fiume Vera, il Parco Nazionale Gran Sasso Laga e il Regionale Sirente Velino attraverso le quali incentivare infrastrutture verdi per collegare le aree urbane a quelle rurali, creando spazi in cui la qualità della vita migliorerebbe.
Ci stiamo lavorando? Sono solo chiacchiere? Parteciperemo al Forum di Mantova?
Le rivoluzioni verdi nella pianificazione delle grandi capitali europee sono iniziate negli anni novanta ed i primi risultati si cominciano a vedere solo ora.