Vanno avanti le permute degli alloggi nel Comune dell’Aquila.
Parliamo di zone da riqualificare con progetti strategici come Santa Croce, del polo amministrativo in Villa Gioia, del progetto unitario in piazza della Lauretana e del progetto unitario Sant’Andrea fuori le mura.
La Giunta ha preso atto delle ultime istanze, serve solo il voto dell’Aula, per cui alcuni cittadini si trasferiranno da Santa Croce in via Lussemburgo e in via Rustici, dal civico 207 di via Roma in via Fontesecco, per l’area Santa Croce con Porta Barete per capirsi, ed ancora da piazza Lauretana in via Berardino Marinucci, per il progetto unitario di piazza Lauretana; da via di Vincenzo in via Antica Arischia per Villa Gioia, da via Cola dell’Amatrice a via Antica Arischia e da via sant’Andrea fuori le mura, in via D’Annunzio e via Rustici per il progetto Sant’Andrea fuori le mura.
Questi progetti, definiti strategici all’indomani del sisma, dovevano devono servire a riqualificare il tessuto urbano, eliminando edifici incongrui ed aumentando gli spazi pubblici anche attraverso un diradamento abitativo, tant’è che i volumi ceduti, non saranno ricostruiti in loco dall’amministrazione ma saranno portati altrove.
Un altrove da chiarire per vedere se il Comune rinuncerà oppure andrà a ricostruire in altri spazi. Ma servono davvero altre case?
Portiamo cittadini da una parte all’altra della città senza un’idea di città con quella sorta di privilegio che il pubblico continua a garantire al privato cittadino. Politiche che nessuno ha voluto più correggere dopo il 2009, quando fu sancito, per le abitazioni equivalenti, che il valore immobiliare da liquidare al privato, per comprare altrove, anche a Milano, sarebbe stato quello del primo semestre 2009 dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare, OMI. Circa 2.700 euro a metro quadro per le case in centro, dentro le mura, anche fossero state catapecchie.
Permuta concessa anche ai proprietari di seconde case, quantificando il valore sempre alle stelle del primo semestre 2009, il riferimento è la delibera di Giunta n.468 del 15 febbraio 2015.
Se l’alloggio da prendere in cambio di quello ceduto vale di meno, il Comune dovrà pagare al privato cittadino proprietario, nel caso in cui valga di più, il proprietario dovrà versare naturalmente una differenza, il cui valore è riferito alle valutazioni OMI dell’ultimo semestre disponibile.
Per quel che riguarda gli immobili nel cuore del centro storico, come le zone B1 e B2, non essendo ancora disponibile una valutazione OMI, si valuta la differenza percentuale tra il valore OMI del primo semestre 2009 per le abitazioni semicentrali, e quello dell’ultimo semestre disponibile, la differenza percentuale in aumento o in diminuzione, sarà applicata ai valori al metro quadro del centro storico del primo semestre 2009, in modo da ottenere il più probabile valore di mercato attuale. E così il pubblico continuerà a rimetterci perché ad aumentare è solo la rendita dei privati cittadini. A costo zero.
Per l’acquisizione degli immobili si procede direttamente con la permuta. Per gli alloggi non ancora acquisiti al patrimonio comunale si firma un atto preliminare, con un termine dai due ai sei mesi, per la permuta vera e propria, a seconda se siano ancora da demolire o no, per quelli in ricostruzione vanno aggiunti dai 4 ai 6 mesi per l’accatastamento.
E sono passati appena undici anni, dal 6 aprile 2009.