L’Aquila è una città piccola dove dire la verità procura inimicizie, livori e antipatie. In particolar modo dalla politica del contado, il termine è dell’assessore alle finanze Cocciante, ma devo dire non da tutta, che ama solo chi la osanna, la celebra, ne riporta i virgolettati esaltandone la personalità. Il culto della personalità portò al nazifascismo e la questione non è solo del contado. L’Ufficio speciale per la ricostruzione, ad esempio, organismo intermedio tra Roma ed enti locali, quello che il ministro Barca ci spacciò come super partes e garante delle tasse degli italiani, quello che dovrebbe controllare la qualità della ricostruzione e lo stato d’avanzamento lavori anche attraverso sopralluoghi nei cantieri, ebbene quest’ufficio si chiude a riccio ed evita perfino un colloquio di approfondimento chiesto su alcune questioni, preferendo un lancio di una conferenza stampa, che faranno prossimamente, in cui dire ed informare su quanto stanno facendo. Faranno propaganda, parleranno di pareri emessi ed eviteranno di dire che la legge li obbliga a fare dei sopralluoghi che invece non fanno. Tanto per dirne una. Gli avrei chiesto anche le ragioni, non accettando per buona la carenza di personale. La ricostruzione non è di fatto monitorata dal potere a metà tra Roma e L’Aquila che pare piuttosto pendere dalle labbra di un assessore che accentra tutto: Pietro Di Stefano. Se gli vai giù male, va infatti a casa, come Paolo Aielli, costretto di fatto alle dimissioni per aver deciso di pensare fino alla fine con la propria testa, dunque se Raniero Fabrizi alzasse solo lo sguardo o parlasse con chi non li osanna, farebbe una fine peggiore, perché meno di carattere di chi lo ha preceduto. Arrivo così a Palazzo Margherita. Hanno terminato i sottoservizi, una fessura dal lato dei Gesuiti mostra che non ci sono fondamenta, quella struttura, almeno da quel lato, poggia sul vuoto. Se togliessero i puntelli crollerebbe e in questi giorni Comune e Sovrintendenza cercano di capire come ricostruire in sicurezza ma l’Usra, perso a decidere a chi concedere un’intervista, non ne sa nulla.