19 Apr 22

Peggy Guggenheim, una vita per l’arte

Peggy Guggenheim nasce a New York il 26 agosto 1898, figlia di Benjamin Guggenheim e Florette Seligman. Benjamin è uno dei sette figli di Meyer Guggenheim, la famiglia è ebrea e originaria dalla Svizzera tedesca, a fine Ottocento la famiglia crea una fortuna in campo minerario, sia nell’estrazione che nella lavorazione primaria dei metalli e in particolare dell’argento, del rame e del piombo. I Seligman sono una delle maggiori e più importanti famiglie di banchieri americani. Nell’aprile del 1912 Benjamin muore eroicamente nel naufragio del Titanic, durante il viaggio inaugurale dall’Inghilterra agli Stati Uniti.

Peggy cresce a New York e nel 1921 si reca in Europa, si legge nella biografia ufficiale. Sposa Laurence Vail, con cui avrà due figli, Sindbad e Pegeen, e grazie a lui si ritrova presto a frequentare la Parigi bohémienne e gli espatriati americani. Molte delle amicizie che stringe allora, ad esempio con Constantin Brancusi, Djuna Barnes e Marcel Duchamp, dureranno per tutta la vita.

Nel 1938 Peggy apre una galleria d’arte a Londra, Guggenheim Jeune, dando così inizio, a 39 anni, a una carriera che influenzerà significativamente il corso dell’arte del dopoguerra. L’amico Samuel Beckett insiste affinché si dedichi all’arte contemporanea poiché è una cosa viva, mentre Duchamp le fa conoscere numerosi artisti e le insegna, come lei stessa ammette, la differenza tra l’arte astratta e surrealista. La prima mostra della galleria è dedicata alle opere di Jean Cocteau, a cui fanno seguito la prima personale di Vasily Kandinsky in Gran Bretagna e, tra le altre, le personali di Yves Tanguy e Rita Kernn-Larsen.

Peggy acquista la sua prima opera, una scultura di Jean Arp, Testa e conchiglia (1933 c.), e nel 1939 decide di aprire un museo d’arte moderna a Londra, con lo storico dell’arte britannico Herbert Read a dirigerlo. Il museo deve ispirarsi a principi storici e l’elenco degli artisti che devono esservi rappresentati, redatto da Herbert Read e successivamente rivisto da Duchamp e Nelly van Doesburg, vedova dell’artista olandese Theo van Doesburg, formerà la base della collezione.

Nel 1939–40, abbandonato il progetto di un museo a Londra, Peggy ritorna a Parigi, dove si impegna nell’acquisto di opere per la sua collezione, determinata a comperare un quadro al giorno. In un momento storico di grandi difficoltà, acquista alcuni capolavori, come i quadri di Georges Braque, Salvador Dalí, Robert Delaunay, Piet Mondrian e Francis Picabia. Sorprende Fernand Léger acquistando il suo quadro Uomini in città (1919) nel giorno in cui Hitler invade la Norvegia, e arriva ad acquistare Uccello nello spazio (1932-40) di Brancusi mentre i tedeschi si avvicinano a Parigi. Solo allora Peggy decide di fuggire dalla città e dirigersi verso il sud della Francia. Nel luglio del 1941 lascia la Francia occupata dai nazisti per ritornare a New York, con i figli e Laurence Vail, con la sua seconda moglie Kay Boyle e i figli, e Max Ernst, che sposerà pochi mesi dopo.

A New York, al numero 30 di West 57th Street, nell’ottobre del 1942 Peggy inaugura la galleria-museo Art of This Century. Progettata dall’architetto di origini austriache Frederick Kiesler, la galleria si compone di spazi espositivi innovativi, che la rendono subito una delle sedi espositive di arte contemporanea più stimolanti di tutta la città. Della serata inaugurale Peggy scrive, indossai un orecchino di Tanguy e uno di Calder, per dimostrare la mia imparzialità tra l’arte surrealista e quella astratta. Ad Art of This Century Peggy espone la propria collezione di arte cubista, astratta e surrealista, di cui pubblica un catalogo curato insieme ad André Breton e con un disegno in copertina di Ernst. Organizza inoltre mostre dei maggiori artisti europei e di molti giovani artisti all’epoca sconosciuti, come William Baziotes, David Hare, Robert Motherwell, Robert de Niro Sr, Jackson Pollock, Richard Pousette-Dart, Mark Rothko e Clyfford Still.

Nel 1943 offre a Jackson Pollock la sua prima personale, ne organizzerà quattro in totale, e uno stipendio, lo promuove attivamente, vende le sue opere, e gli commissiona il suo dipinto più grande, Murale (1943), che in seguito dona alla University of Iowa. Organizza anche due importanti collettive di artiste donne e numerose personali dedicate proprio ad artiste, come Irene Rice Pereira e Janet Sobel.

Insieme ad altri artisti esposti Pollock è tra i pionieri dell’Espressionismo astratto americano, che affonda le radici nel Surrealismo, conosciuto proprio ad Art of This Century. Ma soprattutto Peggy e il suo assistente e amico Howard Putzel offrono sostegno e incoraggiamento agli esponenti della nascente avanguardia newyorkese. E così Peggy e la sua collezione svolgono un ruolo chiave nello sviluppo del primo movimento artistico americano di importanza internazionale.

Nel 1947 Peggy decide di ritornare in Europa, dove la sua collezione viene esposta per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1948, nel padiglione della Grecia, in quel momento ancora afflitta dalla guerra civile. Non solo è la prima volta che in Europa si ha occasione di vedere le opere di artisti come Arshile Gorky, Pollock e Rothko, ma la collezione racchiude opere cubiste, astratte e surrealiste e il padiglione diventa l’esposizione più completa e coerente del modernismo mai presentata fino ad allora in Italia.

A Venezia Peggy acquista Palazzo Venier dei Leoni, un edificio settecentesco incompiuto lungo il Canal Grande, dove si trasferisce definitivamente. Nel 1949 vi espone una mostra di scultura contemporanea. Nel 1950 organizza la prima personale di Pollock in Europa, nell’Ala napoleonica del Museo Correr di Venezia. Espone inoltre la sua collezione a Firenze e a Milano, poi ad Amsterdam, Bruxelles e Zurigo. A partire dal 1951 Peggy inizia ad aprire la propria casa al pubblico, per alcuni pomeriggi alla settimana, dalla primavera all’autunno. Nel corso degli anni continua a collezionare e sostenere artisti, come Edmondo Bacci, Piero Dorazio, Tancredi Parmeggiani ed Emilio Vedova. Acquista inoltre le opere di Marina Apollonio, Karel Appel, Francis Bacon, Kenzo Okada, Graham Sutherland e altri ancora. Offre a Tancredi uno stipendio e uno studio nello scantinato del palazzo, dedicandogli inoltre una personale, sempre nel palazzo, nel 1954. Nel 1962 viene insignita della cittadinanza onoraria della città di Venezia.

Nel 1969 il Museo Solomon R. Guggenheim di New York la invita ad esporre la sua collezione. Nel 1970 Peggy decide di donare il palazzo e nel 1976 la collezione alla Fondazione Solomon R. Guggenheim. La Fondazione venne creata nel 1937 dallo zio di Peggy, Solomon, per promuovere la comprensione dell’arte e per costituire e gestire “uno o più musei” a partire dal Museo Solomon R. Guggenheim, che dal 1959 ne ospita la collezione nella famosa struttura a spirale realizzata da Frank Lloyd Wright sulla 5th Avenue di New York.

Peggy morì all’età di 81 anni, il 23 dicembre 1979. Le sue ceneri sono custodite in un angolo del giardino del suo museo. Da allora, sotto la supervisione della Fondazione Solomon R. Guggenheim, la Collezione Peggy Guggenheim è diventata uno dei maggiori musei d’arte moderna al mondo.