24 Giu 21

Paolo Fresu come Cage, 4’33”=4,19

4’33” è il titolo di un famoso e discusso brano di John Cage scritto intorno al 1947-1948.
Sebbene sia percepito come una composizione di solo silenzio il senso è nei suoni emessi dall’ambiente in cui viene eseguita e che sono prodotti sia dai musicisti che dal pubblico oltre che dallo stesso luogo che la ospita.

4,19 euro è ciò che ho guadagnato dalle mance dei passanti suonando in Piazza Navona vestito da barbone.
C’è una analogia tra la composizione di Cage e il mio happening voluto da Report.

È quella profondità dettata da un silenzio umano, seppure in una piazza pubblica, che fa paura in quanto rappresentato dalla incuranza che nasconde un’apatia per le cose del mondo nonché una indolenza per l’altro.

Se poi questo è un emarginato dalla società non c’è un’arte capace di elevarlo al rango di essere sociale che travalica l’aspetto estetico.
Ma la società è anche altra.
È fatta dei tanti che riconoscono la poesia che ci cela dietro un vestito stracciato o le unghie sporche.

Fatta da chi accelera il passo di fronte a un “diversamente altro”, seppure con uno strumento in mano, salvo poi tornare indietro a mettere 2 euro nell’improvvisato cestino di cartone.

Alcuni hanno donato 10 centesimi ma ciò non è importante. Conta il gesto che, simile a quello del portare alle labbra uno strumento come fosse un rito, accomuna un barbone a una persona ben vestita che passeggia per il centro di Roma.
Alla Stazione Termini abbiamo ripreso il treno per Bologna.

Dopo avere comprato due panini al prosciutto ho chiesto alla gentile signorina dietro il banco se poteva darci 4,19 euro di vino rosso per accompagnare il pasto frugale.
Ci ha risposto col sorriso che la bottiglietta costava 4,50.
Ho aggiunto 31 centesimi portando via il vino più buono della mia vita.
Grazie a Sigfrido Ranucci e a tutto lo staff di Report per avermi dato la possibilità di vivere una diversa realtà comprendendo quanto l’esperienza della strada sia feroce nella sua nobiltà.

 

*Paolo Fresu
* Dalla pagina di Paolo Fresu, Report ringrazia il musicista