Presunta truffa ed irregolarità nei lavori di ricostruzione privata, nel post sisma all’Aquila su Palazzo Ciolina del Consorzio Quattro Cantoni, per lavori di 23 milioni di euro. L’impresa avrebbe effettuato interventi migliorativi per 900mila euro, favorendo alcuni proprietari, per poi recuperare i fondi dallo Stato, gonfiando il conto presentato con la pratica di ricostruzione. Indagati la ditta Cingoli e privati cittadini proprietari delle unità immobiliari, perquisizioni sono in corso da stamattina negli uffici della ditta e nella sede del Comune dell’Aquila su mandato della Procura dell’Aquila. Sarebbero sei gli indagati, nel filone nato dall’operazione Redde Rationem, relativa a presunte tangenti nei puntellamenti di alcuni edifici aquilani, per cui erano finite ai domiciliari cinque persone, una sesta ha avuto l’obbligo di dimora e 13 furono gli avvisi di garanzia notificati. Paola Bellisari, avvocato aquilano risulterebbe tra gli indagati per truffa aggravata in concorso e continuata, insieme ad altre quattro persone, vertici della società Cingoli di Teramo, e a Vincenzo Ciolina, progettista e direttore dei lavori di ricostruzione dello stabile, compreso all’interno dell’aggregato tra corso Vittorio Emanuele, Corso Principe Umberto, via Accursio e via Navelli, oltre ad essere lo stesso progettista proprietario di parte dell’aggregato, finito sotto inchiesta. Perquisito anche il cantiere, nel cuore del centro storico dell’Aquila. Il sistema di affidamento diretto dei lavori privati, voluto dalla città nella ricostruzione, senza gara ad evidenza pubblica, comincia forse a mostrare debolezze e falle. Una scelta voluta fortemente per garantire il diritto dei proprietari a scegliere direttamente la ditta di fiducia per le proprie abitazioni, una modalità non controllabile che ha dato modo agli amministratori di condominio e di consorzio e alle imprese edili di creare giri di affidamento di lavori per niente trasparenti, con pochissime possibilità di controllo pubblico nelle procedure. Sistemi ai quali solo con la recentissima proposta di legge che giace in Parlamento, si cercherà di apportare dei correttivi, ma a quasi sette anni dal sisma potrebbe essere tardi. Altro discorso è il legame di questo filone con l’inchiesta sui puntellamenti, attraverso il quale potrebbe aprirsi finalmente una falla nel sistema blindatissimo nato in questa città dopo il sisma, e venir fuori qualche verità.