Palazzo Ardinghelli, cadeva a pezzi già da molti anni prima del sisma. E’ il palazzo a piazza Santa Maria Paganica e sarà recuperato grazie ad una donazione russa, lo aveva comprato il Ministero dei Beni culturali a pochi soldi, proprio per evitare che morisse, e con esso la storia degli Ardinghelli, una famiglia di nobili fiorentini che edificarono il palazzo nel settecento, ma non avendo eredi, erano chierici e religiosi, lo lasciarono alla Chiesa e poi ancora sede giudiziaria dello Stato ed una serie di rimaneggiamenti architettonici, negli anni cinquanta del secolo scorso, che ne hanno modificato la facciata. Il terremoto del 2009 cancellerà molta della nostra storia a causa dell’incuria degli amministratori a vincolare beni e palazzi importanti, a destinazioni d’uso future specifiche. Quando sentii per la prima volta la storia di questo Palazzo, diversi anni fa ormai, rimasi colpita dal fatto che dentro c’era perfino una cappella, un’ampia balconata che sovrastava un immenso salone, con un camino enorme, intarsi antichi, e la vita di una nobile famiglia riservata e poco incline alla vita sociale. Eppure quel palazzo è rimasto abbandonato per molti anni, all’interno crollava ogni giorno qualcosa, ancor prima del devastante sisma del 2009, fu proprio l’iniziativa ministeriale, a salvare quell’architettura importante investendoci soldi pubblici per farne una sede di rappresentanza ministeriale, probabilmente delle Sovrintendenze. Ed il fatto che lo abbia in mano lo Stato, rappresenterà di certo una garanzia che in futuro, in quella sede, non nasceranno catene di fast food, jeanserie o ritrovi di poche pretese, visto che la ricostruzione potrebbe cambiare e lo sta cambiando, il volto della città. Perché nessuno riesce a capire cosa ne sarà di alcune sedi importanti, del vecchio cinema Rex, forse sarà sede di una mensa a due piani, o dell’Imperiale, la sala cinematografica abbandonata già molti anni prima del terremoto e chiusa, solo perché di proprietà di due anziane signore, sorelle, residenti a Roma e per niente interessate ad un recupero. Una ricostruzione di qualità, dovrebbe impedire che l’interesse del privato ne faccia solo una questione di proprietà e soprattutto dovrebbe imporre destinazioni d’uso future che rispettino la storia e la vita di un centro medievale che deve conservare le tracce del proprio passato. Senza il quale, la comunità aquilana non si ritroverà.