La Giunta Cialente lascia in eredità il pacchetto cultura L’Aquila verso Italia 2019. Un lascito di eccellenze da sostenere perché la città s’innovi, punti in alto, cresca culturalmente e sostenga con le altre città italiane, Matera, Capitale europea della Cultura 2019. Un indirizzo amministrativo di oggi per non disperdere il già fatto, cioè l’assegnazione senza bando di 13milioni e 200mila euro di fondi Cipe, tolta la parte destinata al Fondo unico per lo spettacolo, Fus, sempre senza bando, a chi dicono loro. Hanno invitato solo chi dicevano loro, chiedendogli un progetto culturale triennale come dalla delibera di Giunta n. 278 del 15 luglio 2016. Senza bandi, senza istruttorie e senza cronoprogrammi nonostante la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio prevedesse questi passaggi per la realizzazione, firmati dal coordinatore Giampiero Marchesi. Chi ha deciso che quel pacchetto fosse un’eccellenza e in base a quali criteri se le Linee guida per partecipare, sono state redatte con delibera n. 99 del 7 marzo 2017? Praticamente un anno dopo. Vorrebbero continuare con i bandi a rendicontazione lasciando agli atti quest’ultimo indirizzo per salvare cose che avrebbe promosso il Cedic, l’associazione delle città d’arte e cultura di cui fa parte L’Aquila, ma gli aquilani non ne hanno mai saputo nulla. Peraltro la commissione di valutazione è stata nominata nel 2017 e la delibera che seleziona il pacchetto è sempre del 2016: come può essere accettabile una porcata di questo genere? Carla Cimoroni e Pierluigi Biondi sono per la massima trasparenza, spero possa unirsi anche Americo Di Benedetto che evidentemente non ha potuto sbilanciarsi. Oggi le cose cambiano perché se la Giunta uscente ha votato quest’indirizzo, vuol dire che i giochi non hanno potuto chiuderli, sono ancora aperti e la città tutta vuole partecipare. Insistono peraltro su un qualcosa che chiamano L’Aquila verso Italia 2019, senza avere ancora un logo identitario a veicolarne le inenarrabili innovazioni.