Oltre 300 alberi contro il caldo. Questo farà il Comune di Pescara con la riqualificazione urbana di corso Umberto e piazza Sacro Cuore. L’amministrazione incrementerà poi il verde urbano per favorire la frescura e arginare i cambiamenti climatici, due progetti per circa 2mln di euro complessivi e finanziamenti pubblici. L’obiettivo è riqualificare lo spazio pubblico, recuperando aree pedonali e inserendo verde, si passerà da 120 a 360 alberi per la rigenerazione del corso, sarà creato un sistema di raccolta delle acque meteoriche per l’irrigazione, e sarà ridotta la pavimentazione, usando peraltro materiali a basso assorbimento di calore, mentre aumenterà lo spazio per la raccolta differenziata. Progetti tanto interessanti quanto timidamente innovativi, per quel che si prospetta nel futuro, verso cui dovremmo essere tutti più energici visti i cambiamenti climatici e le ondate di calore sempre più frequenti e preoccupanti per la nostra vivibilità.
L’Aquila, non da meno, dovrà farci i conti. Che ne sarà di piazza d’Armi? Un polmone verde della città per la città, questi erano i progetti su carta ancora prima del sisma, all’indomani dell’acquisto di quei terreni sdemanializzati, ma poi arrivò il 6 aprile. Dopo il 6 aprile una fetta di quell’area fu destinata provvisoriamente alla basilica di San Bernardino, e là è rimasta, nonostante sia stata recuperata la basilica vera, poi il centro di accoglienza di padre Quirino, quindi il mercato degli ambulanti, e già questo pezzo di area, resterà così per quella diffusa prassi per cui il provvisorio alla fine diventa tutto definitivo.
All’indomani del 6 aprile, immaginammo lì una cittadella delle istituzioni, compresa la sede dell’amministrazione comunale, poi un’ampia area con annesso teatro da 500 posti, firmato dall’archistar Mario Cucinella, quindi il mega progetto appaltato, e poi, dopo tanti passaggi e l’eccessivo ribasso, l’attenzione dell’Anticorruzione/Anac, con la rescissione del contratto di questi giorni. L’amministrazione farà un altro bando di gara rivedendo qualcosa.
Ma oggi, a 13 anni dal sisma, cosa serve alla comunità? Servirebbero ancora ancora strutture culturali? Servirebbe un grande parco urbano? Sarebbe utile fermarsi per cercare di capire di cosa abbiamo bisogno e non dare troppo per scontato, come facemmo nel 2008, il verde di cui disponiamo a pochi minuti dalla città.
Prendiamo la minima regola del 3-30-300 per la nostra salute e il nostro benessere urbano.
Chiunque viva in città deve poter vedere almeno 3 alberi dalla propria abitazione. Gli studi dimostrano, come anche solo poter osservare alberi e aree verdi dalle nostre finestre sia importante per la nostra salute psico-fisica. Il 30 per cento della superficie di ogni quartiere dovrebbe essere occupata da chiome arboree, creando quartieri più verdeggianti, incoraggiando le persone a trascorrere più tempo all’aria aperta interagendo con lo spazio sociale in cui si abita e 300 metri dal più vicino parco o spazio verde di qualità, favorendo corridoi per biciclette e percorsi pedonali.
Già, 13 anni fa, rinunciammo a riqualificare quartieri e periferie, “rinati” più brutti di prima, sarebbe forse il caso di capire se davvero il verde di cui siamo ricchi non andrebbe trattato in maniera diversa e con una pianificazione urbanistica innovata, visto anche il precipitare degli eventi climatici tra ondate di calore ed episodi violenti che neanche noi possiamo più permetterci di ignorare.