21 Nov 22

Sì ai nuovi alberi, ma mancano i vivai

Il verde urbano riveste un’importanza centrale perché, oltre ad abbellire i centri abitati, fornisce servizi ecosistemici alle comunità umane, dall’ombreggiatura e raffrescamento nei periodi di calura, mitigazione dell’effetto ‘isola di calore’, alla purificazione dell’aria con assorbimento di Co2 e altri inquinanti, come le polveri sottili, assorbimento dei rumori, mitigazione degli eventi meteorologici estremi come le ‘bombe d’acqua’. Senza contare i benefici ricreativi offerti a chi frequenta i parchi urbani. Ma questa importanza è spesso trascurata e il bene mal gestito, così il WWF in una nota stampa.

Nella Giornata nazionale degli Alberi, chiede che vengano sostenute e realizzate delle vere e proprie scuole di giardinaggio urbano: il nostro verde in città viene troppo spesso incriminato e fatto oggetto di tagli indiscriminati, quando invece avrebbe bisogno di cure e attenzioni dedicati, in modo da poter svolgere al meglio il suo ruolo in piena sicurezza negli ecosistemi cittadini, scrivono gli attivisti. Troppo spesso la manutenzione del verde viene affidata o appaltata a soggetti che non hanno interessi, conoscenze o i requisiti adatti per gestire e proteggere gli alberi nelle nostre città.

Sono stati quasi 2,5 milioni gli alberi piantati nel 2021 e nel primo trimestre 2022. E l’impatto economico che le nuove superfici arboree sono in grado di generare è di oltre 22 milioni di euro l’anno, riporta oggi IlSole24Ore, nell’approfondimento in collaborazione con AzzeroCO2, una società per i servizi energetici e Legambiente che ha censito 496 progetti realizzati su 4mila 325 ettari di territorio.

La maggior parte delle piantumazioni, sia pubbliche che private, si concentra nelle Regioni del Centro Nord. Nel pubblico, sono Emilia Romagna e Trentino Alto Adige a detenere il record di alberi messi a dimora nel corso del 2021, quasi 600mila ciascuna, rileva il quotidiano. In Emilia Romagna il progetto Mettiamole radici nel futuro, punta a piantare 4,5 milioni di alberi entro il 2023. In Trentino Alto Adige, invece, la maggior parte degli interventi riguarda le aree devastate nel 2018 dalla tempesta Vaia. Nel privato è la Lombardia a guidare la classifica grazie soprattutto al progetto ForestaMi coordinato dal Comune di Milano che gestisce sia la raccolta dei finanziamenti che le opere: nel 2021 sono stati piantati oltre 29mila alberi e l’obiettivo complessivo è di tre milioni di piante.

Per l’Abruzzo abbiamo 8mila 682 nuovi alberi, tutti con progetti pubblici, e zero interventi privati.

Secondo l’approfondimento ogni nuovo ettaro di superficie arborea è in grado di generare benefici eco-sistemici per oltre 5.200 euro l’anno. Le ricadute sulla qualità dell’aria valgono, ad esempio,1.338 euro, quelle su turismo, arte e creatività 553 euro, mentre lo stoccaggio del carbonio, e quindi la regolazione del clima, produce 404 euro annui.

Tuttavia anche gli interventi pubblici si scontrano con l’esiguità dei vivai forestali, che oggi non sono in grado di fornire un sufficiente numero di piante, spiega Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2.

Non solo. Le alte temperature estive e l’aumento della siccità, oltre a ridurre i periodi in cui effettuare le piantumazioni, mettono anche a rischio la sopravvivenza dei nuovi impianti e accrescono la necessità di gestione e monitoraggio, in particolare nella fase immediatamente successiva alla messa a dimora.

Un si salvi chi può per niente scontato, per cui neanche l’impegno a piantare nuovi alberi, potrà salvarci dagli effetti dei cambiamenti climatici sempre più vicini al nostro quotidiano.