Alcune opere d’arte recuperate dai Carabinieri del Tpc, Tutela patrimonio culturale, sono state restituite alle nostre comunità aquilane. Si tratta di alcuni libri antichi di due istituti scolastici, l’istituto tecnico duca Amedeo d’Aosta e il Convitto nazionale Domenico Cotugno, trafugati a seguito del sisma 2009 e recuperati dal Nucleo Tpc di Roma, ed ancora una porzione di pala d’altare sottratta nel 1980 dalla chiesa di Pizzoli, recuperata dal Nucleo Tpc di Firenze e alcuni beni ecclesiastici recuperati dal Nucleo Tpc di Ancona, a seguito degli eventi sismici del 2016 a Cagnano Amiterno.
Chi sa quanti sciacalli hanno agito dopo il 2009 e 2016/’17 sul nostro patrimonio architettonico, artistico e chi sa se sapremo mai quanti abbiamo perso. Da oggi il nucleo Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale, Tpc, sarà anche all’Aquila, per il momento in due alloggi comunali messi a disposizione in via Agnifili, per sette esperti che monitoreranno il nostro territorio con altri due colleghi che arriveranno nei prossimi mesi. Questa mattina l’insediamento con le massime autorità civili e religiose, in attesa che siano avviati e completati i lavori negli spazi dell’ex caserma de Amicis, dove sarà localizzata la sede operativa definitiva insieme agli uffici dell’Archivio di Stato e del Segretariato regionale del MiC.
La catalogazione dei beni d’arte rubati ha da sempre rivestito un ruolo di primaria importanza per il Comando Tpc, fin dalla sua istituzione nel 1969, quando vennero costituiti i primi archivi cartacei in cui raccogliere la documentazione foto-descrittiva in base alle tre entità principali finalizzate all’attività investigativa e del patrimonio culturale, cioè oggetti d’arte, eventi e persone d’interesse, spiega una nota, grazie alle prime implementazioni telematiche degli anni ottanta, e agli sviluppi tecnologici dei successivi anni novanta e duemila, oggi la banca dati dei Beni culturali illecitamente sottratti, normata ai sensi dell’articolo 85 del d. lgs. 42/2004, costituisce ancora uno strumento unico per la sua concezione, flessibilità applicativa, quantità di dati trattati e capacità di risposta operativa nonché principale supporto dell’attività di ‘Polo di gravitazione informativa e di analisi’ che nello specifico settore il comando Tpc svolge in favore di tutte le forze di polizia.
Rocambolesca la rete che si attiva quando viene segnalata un’opera sospetta tra aste, vendite e siti d’antiquariato. Il d’Aosta ed il Convitto nazionale, ad esempio, nei vari traslochi e trasferimenti di materiale scolastico post sisma hanno subito lo sciacallaggio di antichi testi sette ottocenteschi conservati in alcuni locali e poi rinvenuti dal Nucleo Tpc di Roma a seguito di una perquisizione domiciliare di un cittadino aquilano sequestrando ben 11 testi scolastici illecitamente sottratti dai due istituti dei quali recavano ancora il timbro. I libri sequestrati sarebbero stati reimmessi nel mercato antiquariale e invece saranno restituiti.
Ed ancora i beni della chiesa di Santo Stefano di Pizzoli trafugati nel 1980. La segnalazione arrivò dai Carabinieri dell’Aquila, furono acquisite tutte le informazioni per aggiornare lo schedario foto descrittivo e nel febbraio del 2021, il personale del Nucleo Tpc di Firenze, ha individuato Il martirio di Santo Stefano su un sito, purtroppo mancante di alcune sezioni rispetto all’originale della pala d’altare seicentesca di autore ignoto, di dimensioni ridotte a seguito di sciagurate azioni di taglio, ma l’origine è stata accertata, l’opera era già sul mercato in avanzata fase di vendita, ed è stata lasciata in affidamento all’esercizio di Brescia per evitarne la dispersione.