La ripianificazione del territorio dopo il 6 aprile 2009, doveva essere la priorità. Il centro storico avrebbe dovuto riaprire intanto ad uffici e commercio, studiando il modo per non isolare i nuovi 19 quartieri del Progetto case, nati antisismici, per ospitare quasi 6mila nuclei familiari, e farli poi dialogare, con centri storici e frazioni. Gaetano Fontana, superconsulente di Chiodi, studiò la questione per aree omogenee, una cosa difficilissima da realizzare perché mise insieme i 57 comuni del cratere, dividendoli poi per attività produttive, servizi, e vocazioni varie che avrebbero comunque presupposto, la cessione di quel minimo di sovranità per potersi suddividere la ripresa, evitando doppioni. Il capoluogo regionale avrebbe fatto area a sé, rimanendo sede istituzionale e direzionale della città territorio. Fontana entrò subito in conflitto con l’amministrazione aquilana, voleva subito iniziare dal centro storico, senza ripensare piazze e spazi pubblici, tantomeno il verde, volevano piuttosto riqualificare quartieri popolari da rivedere con piani di recupero, in altre parole speculazioni urbanistiche e cemento. Al contrario l’architetto Fontana, vedeva queste zone talmente compromesse dall’edilizia selvaggia degli ultimi decenni, da volerle fare subito tanto ci sarebbe stato troppo poco da fare. Si sono trascinati in queste polemiche per almeno due anni, e a tutt’oggi, nonostante poi fu prodotto il Piano di ricostruzione, che di riqualificazione non ha avuto effettivamente nulla, non si sa ancora che forma prenderà L’Aquila. Sono state spese centinaia di milioni di euro, per pagare pianificatori, consulenti e strutture commissariali di ogni tipo, Chiodi, lasciando il posto da commissario nell’estate del 2012, certifica 666milioni di euro spesi. Dopo di lui, sono arrivati gli Uffici speciali, uno per L’Aquila, l’altro per il cratere, strutture intermedie tra gli enti locali, tornati padroni dei loro territori, e Roma, che vuole tenere sotto controllo la spesa della ricostruzione in Abruzzo, costata finora almeno 4miliardi, forse di più. Nel frattempo il Comune aveva avuto la sua superstruttura di super consulenti, ha rivisto perfino il Piano strategico, identico a quello di ricostruzione, pagando quei supertecnici quasi 900mila euro. Quegli stessi consulenti, sono stati poi rinnovati nei loro incarichi e ripescati da Aielli, perché li aiutasse a riqualificare alcuni aggregati che sta esaminando la sua struttura, per circa 100mila euro l’anno ciascuno, senza sapere ancora dove andranno a parare e con quali idee di città.