10 Set 20

Neanche più delle frazioni si parla…

Un Consiglio comunale così sciapo avrebbe depresso anche un ottimista. L’Aquila è una città dal passato importante, amministratori col pedigree l’hanno sostenuta ed argomenti ed ordini del giorno seri l’hanno scossa fin nelle fondamenta. E’ una città difficile, in ricostruzione per i prossimi decenni e non c’è ancora un dibattito importante e appassionato sul proprio futuro. Ci sarà mai?

Interrogazioni ed ordini del giorno messi insieme come un gran minestrone riscaldato, stamattina, dal quale non uscirebbe neanche un pasto dignitoso, solo una serie di interventi spot, sollecitati da questo o da quello, al consigliere di riferimento, e via, la giornata è passata.

Roberto Tinari

Concreta la mozione finale, perché l’Auditorium del Parco ospiti anche le commissioni consiliari, come pure l’elezione del sindaco Pierluigi Biondi e del capogruppo di Articolo 1, Giustino Masciocco, quali rappresentanti nell’Azienda pubblica dei servizi alla persona, Asp, della provincia dell’Aquila, pare importante. E chi sa che non sbloccheremo la riqualificazione dell’ex Ipab, l’aggregato adiacente Palazzo Margherita di proprietà regionale, dico per dire.

Dopodiché questioni varie ed eventuali senza mai toccare un grande tema che sia uno. Una chiesa, un quartiere, i beni culturali, la ripresa, le vocazioni, l’occupazione, le scuole, la pandemia, la politica è ormai ridotta a comunicati stampa, massimo tre, il primo dice la sua, l’avversario lo smentisce, l’altro rismentisce oppure no, tutti a rimpallare sui social dove si vince a suon di propagande e di veleni antichi, rimbalzati di qua e di là a seconda di chi strilla. Perché poi quel minimo sindacale di dibattito consiliare fino al 2017 lo abbiamo conosciuto. C’era ancora chi studiava, mi sembravano pochi, oggi mi paiono tantissimi e giganteschi, le commissioni consiliari a torto o a ragione interessavano, svisceravano, proponevano, dibattevano, attaccavano, difendevano, lavoravano. Sì, lavoravano. Mi sembrava il peggio del peggio. E invece no, dovevamo ancora vedere questo nuovo Consiglio, dove chi studia riempie una mano ma sono davvero troppo pochi per reggere un dibattito che non c’è. Neanche la crisi di Giunta è appassionata e neanche appassiona. Non si parla di Gran Sasso non so più da quanti mesi, di urbanistica, del futuro del patrimonio culturale/abitativo, di pianificazione e di visioni, niente, finiti i centri commerciali, fermata la giostra, si va avanti per inerzia e a palla fa tu. Rimediando un argomento quando un elettore lo sollecita e allora si porta in Consiglio. Sedute consiliari sui grandi temi sono sempre in difesa, basti pensare alla sanità e all’ospedale San Salvatore, mai d’attacco in senso buono, per generare un dibattito, incalzare il Sindaco, individuare un obiettivo per poi ragionare con Roma e con l’Ufficio speciale; una chiesa, un quartiere o il centro storico, a prescindere dalle esigenze di questo o quel commerciante/residente che comunque parlerà sempre per sé, neanche più delle frazioni si parla, neanche a poter denunciare la vecchia politica della fontanella che pure un po’ di friccicore lo causava. Terrificante. E tra qualche mese torneremo a Palazzo Margherita.