Il Progresso è un edificio gigantesco – ciascuno
porta la sua pietra: uno parole, uno consigli,
un altro azioni – e ogni giorno più alta
svetta la cima. Se improvvisa una bufera
si leva e infuria, i buoni operai a frotte
accorrono, l’opera vana a custodire.
Vana, poiché la vita di ognuno si consuma
per le generazioni future, tra disagi e pene,
affinché la nuova progenie abbia una vita
schiettamente felice e lunga, prospera e colta,
senza vile sudore, senza un lavoro schiavo.
Ma la mitica progenie non avrà mai vita:
la sua perfezione farà crollare l’opera
e ricomincerà daccapo l’inutile fatica.
Muratori, Costantino Kavafis. Poeta e giornalista greco 1863-1933