La cassa straordinaria in deroga è stata attivata per chi ha perso il lavoro o non può lavorare a causa dell’epidemia. Stanno aspettando migliaia di lavoratori anche in Abruzzo, tra operai, quadri, impiegati, religiosi, apprendisti, soci delle cooperative con rapporto di lavoro subordinato, terzo settore, lavoratori a domicilio, lavoratori intermittenti, lavoratori della pesca e delle acque, lavoratori del settore agricolo e tutti quei lavoratori che non possono accedere alle disposizioni vigenti che normano la sospensione dal lavoro o la riduzione dell’orario, con la cassa integrazione ordinaria oppure altri fondi di sostegno.
I dati che vengono forniti non sono chiari e le procedure Inps per niente semplificate anzi sembrano fatte per superare il vaglio di 800 controlli almeno, passati i quali, sarà passata anche la pandemia.
A poco tempo dall’apertura della piattaforma, con una procedura di validazione complessa, siamo stati in grado di fornire i primi beneficiari all’Inps che successivamente provvederà ad inviare ai lavoratori il trattamento di cassa in deroga. Dichiarava qualche tempo fa l’assessore Fioretti.
L’assessore regionale alle Politiche del Lavoro, Piero Fioretti, ha poi fatto sapere ieri che sono al 60% della lavorazione delle pratiche. Parliamo di 10mila e 300 richieste per circa 27mila lavoratori. 27mila? Un dato da prendere comunque con le pinze perché la confusione è totale.
Con l’ultimo provvedimento, riferito alle lavorazioni del 29 aprile, sono 3.240 le domande regolari decretate ed inviate all’Inps, 2.115 in fase di correzione d’ufficio dagli errori di presentazione e circa 1.000 per le quali necessita una comunicazione integrativa da parte delle aziende che hanno presentato istanza. Ha aggiunto Fioretti.
Quindi quanto hanno preso i nostri aventi diritto ad oggi? Non lo dice nessuno.
Che altro sappiamo? Che oltre al labirinto di fasi da passare, delle faq da leggere, dello spetta all’artigiano però poi no, se non ha questo requisito, per cui la Regione informa che al fine di evitare disguidi procedurali, con il rischio di non poter accedere a alcuno strumento di integrazione salariale, si invitano i datori di lavoro di che trattasi, a ri-verificare la propria situazione e a richiedere la prestazione di integrazione salariale ordinaria al proprio fondo bilaterale dell’artigianato, dovremmo forse metterci tutti nei panni di un artigiano/operaio/risotratore.
Un sistema insostenibile, aveva ammesso qualche tempo fa Fioretti. Solo Marche e Lazio hanno fatto un invio massivo ma le loro domande presentano un indice di errore pari al 25% e rischiano di essere respinte dall’Inps con evidenti danni per i lavoratori. E quindi? Quanti lavoratori hanno percepito il sostegno? E quanti piccoli e medi aspettano ancora i 600 euro d’indennizzo?
Neanche uno schemino facile facile per farsi un’idea generale, capire quante persone aspettano, per i sindacati 100mila lavoratori, quanti operai all’Aquila e nei cantieri della ricostruzione, quanti commercianti, come sono messi baristi, ristoratori e micro imprenditori. Per la cassa straordinaria sono state inviate domande per circa 10milioni di euro? A occhio e croce pare così, a fronte di una disponibilità Inps di circa 25mln di euro, c’è chi giura che ne sono 50 se non 70. Quando sarà accreditato il sostegno non si sa, nessuna stima sui tempi e di quali somme parliamo nemmeno.