07 Feb 19

Masciocco, siamo in una fase di delirio

Giustino Masciocco opinionista e commentatore, oltre che politico, a breve giornalista. Fuori dalla competizione elettorale ragioniamo sulla tornata elettorale di domenica prossima, sui risvolti nazionali e sugli effetti che il voto avrà nell’amministrazione civica.

 

Centro destra e centro sinistra verso il 10 febbraio.
L’anomalia è che nel centro destra nascondono Marsilio e vengono i big a sostenere le liste e nel centro sinistra nascondono le liste ed evidenziano solo il lavoro di Legnini, l’unico che si confronta, gli altri pensano solo a vincere. Lega e M5S non hanno un vero interesse per la nostra Regione rischiamo che chi vorrebbe occuparsi dell’Abruzzo non riuscirà a vincere e chi se ne occupa per motivi nazionali sarà costretto a governarlo.

Cosa succederebbe.
Le regionali sono solo un test nazionale per chi è al Governo cercano voti con un populismo spicciolo e solo in un secondo momento penseranno a governare l’Abruzzo com’è accaduto al Comune dell’Aquila. Se sei improvvisato e non hai una squadra passerai i primi mesi a capire cosa fare, ma la Regione non se lo può permettere. 

Il M5S rivendica il microcredito con i tagli alle indennità.
E’ apprezzabile ma non puoi sopravvivere con i risparmi dovrà dimostrare capacità di governo.

C’è anche Casa Pound.
E’ legittimo che sia in competizione ma non valuto la loro proposta perché sono lontani da me anni luce.

Il populismo va a gonfie vele.
E’ figlio del clima del nostro Paese. Un innamoramento per chi semplifica e devia parte della realtà presentandosi come salvatore della patria. Con il pil che non cresce e lo spread che sale Lega e M5S hanno dovuto ragionare con i Paesi dell’Ue, dunque tanto liberi non sono. Se non passa l’innamoramento ed inizia una convivenza i difetti non usciranno fuori.

Il voto alle politiche 2018 ha dato indicazioni chiare.
I bisogni sono cambiati ci sono 5milioni di poveri, 10 milioni di cittadini non si curano ma non votano noi di Leu o il Pd ed il centro sinistra, non posso dire che hanno torto ma ascoltano solo il richiamo delle sirene. 

I progressisti sono in affanno ovunque.
Bisogna capire ed interpretare i bisogni delle persone e non rispondi più con le vecchie ricette. La redistribuzione della ricchezza non avviene con il reddito di cittadinanza di Di Maio non hai tolto a chi aveva di più perché quel di più lo mette lo Stato non è un’equa ripartizione del profitto. Si paga con i soldi di tutti i cittadini per 18 mesi. 

Da dove vengono queste risorse.
Dal deficit che è aumentato mentre dal gennaio 2020 l’Iva dal 22% salirà al 26%, il che vuol dire 26miliardi in più di tasse che andranno a pagare parte di quel reddito di cittadinanza, aumenterà tutto, la spesa, la benzina, da gennaio prossimo la gente proprio non spenderà più. Anche per gli industriali è una follia perché crolleranno a picco i consumi. 

E’ un messaggio che alla gente non arriva.
Passano messaggi semplificati come il bambino di 11 anni che su un palco della Lega ha detto che vuole le alici italiane e non quelle del Marocco siamo in una fase di delirio. Ed è difficile spiegare all’elettore che non è tutto oro quello che luccica. Anche sulla quota 100 per le pensioni cosa cambia? La Legge Fornero di fatto rimane in piedi, l’Inps, che paga, starà sulle spalle di tutti. 

Però non se ne parla.
E’ molto più facile dare in testa all’immigrato. L’Italia ci mette due anni ad identificare un immigrato, se chiudi i centri di accoglienza  non solo non li rimpatri ma te li ritrovi ai giardinetti o peggio ancora per strada. Parla oggi gente che con la Legge Bossi/Fini regolarizzò 600mila immigrati. Se Salvini continuerà la sua politica tra sei mesi Di Maio si consegnerà mani e piedi alla Lega. Salvini e Meloni da soli potrebbero toccare il 40%.

E in Abruzzo?
Cinque anni fa la Lega non c’era è tutta farina che porta alle Europee. Legnini va avanti con il fronte progressista, un fronte ampio che può essere una buona idea se traslata a livello nazionale sono d’accordo per un listone alle Europee, non può correre da solo né il Pd né Leu, se riuscissimo a prendere 16 seggi potremmo invece ripartire con una buona politica nuova.

I progressisti sono pronti a raccogliere la fiducia dei delusi dei populisti?
Oggi come oggi no ma bisogna ricostruire in fretta Salvini potrebbe far precipitare presto le cose in quel caso la destra diventerà populista e sovranista e Forza Italia dovrebbe trovare una nuova collocazione. Dovremo essere pronti a riprendere gli scontenti che oggi votano il M5Stelle. Continuare a presentarsi così ad un mondo che non ci riconosce più è una follia.

Dalle nostre parti cosa succede.
Nel 2017 per le elezioni comunali due risorse sono state bruciate sull’altare delle primarie perché il Pd non sciolse il nodo delle candidature in casa propria. Dovremo capire cosa accadrà dopo i fasti delle triade, dietro di loro non ci sono quadri chiari da permettere un rinnovamento, se il consenso finirà con loro vorrà dire che più di qualcosa non ha funzionato.

L’11 febbraio nel Comune dell’Aquila.
Tutto ruoterà intorno a chi sarà eletto, il rimpasto sarà feroce e D’Eramo sarà sostituito. Imprudente potrebbe farcela cambierebbero quindi due esponenti della Giunta Biondi ma quali saranno i nuovi rapporti di forza? FdI rivendicherà 3 o 4 assessori? Tinari riuscirà a restare al suo posto? Sono giochi che non fanno bene alla città hanno impiegato un anno e mezzo per capire e non vorrei che il decennale diventasse una vetrina per l’amministrazione. Mi auguro che i Comitati siano coinvolti a pieno titolo spenderemo un bel po’ di fondi del 4% destinati alla ripresa economica del post sisma, spero servano a far luce sulle ombre di questo decennio piuttosto che ad esaltare la luce su alcune cose positive.