L’Aquila assiste impietrita al comprensorio sciistico che pulsa con Roccaraso, Ovindoli, Campo Felice, inaugura la nuova stagione con cabinovie all’avanguardia, politici che presenziano, imprenditori come Toto che partecipano, territori che crescono, capaci, come con le cabinovie, di intercettare fondi europei non spesi e rimodulati qualche tempo fa dalla Regione di D’Alfonso. Campo Imperatore è deserto, i lavori delle Fontari in ritardo nero, albergatori depressi, operatori e scuole sci a guardare ciò che accade intorno, frastornati dal silenzio che avvolge biglietterie chiuse in un abbandono spettrale. La società partecipata che gestisce il Gran Sasso, il Centro turistico, con l’avvento di Biondi è stata commissariata, ieri Domenico Fontana, segretario provinciale Filt-Cgil, ha denunciato che gli stipendi di novembre non sono stati pagati, che i lavoratori avranno un Natale povero, una gestione commissariale solo burocratica e senza alcuna visione strategica e in prospettiva il nulla, con dipendenti delusi che avevano dato fiducia alla nuova amministrazione ed invece sono disillusi. Insomma un pianto al quale ha reagito oggi il Sindaco, giudicandolo un attacco oltraggioso e fuori luogo, perché lavorano in silenzio per salvare la società e rilanciare il Gran Sasso, non risparmiando i dipendenti, ricordando loro che in città ci sono decine di lavoratori che il Natale, rischiano di passarlo da disoccupati. Quindi sarebbe meglio non lamentarsi per qualche giorno di ritardo nei pagamenti. Ed è un Biondi che sbotta anche con Cialente e Di Stefano, per le critiche sul recente accordo sulle caserme affidandosi a De Andrè, per cui gli amministratori non potendo più dare il cattivo esempio hanno cominciato a dare consigli. Sorvolando poi sul livello infimo di credibilità in cui è sceso il Comune, sulle risorse per le opere pubbliche lasciate marcire nelle casse comunali e sull’assenza totale di capacità politica e amministrativa evidenziata dagli aquilani il 25 giugno scorso. L’Aquila è palesemente dilaniata. E’ una città difficile dove non si muove nulla e se si muove si muove troppo lentamente, continuando ad essere un totale disastro.