Ai primi di dicembre 2016 i Laboratori del Gran Sasso hanno depositato il Rapporto Sicurezza 2016. A distanza di oltre un anno, scrive il Forum H2O, il Gruppo di lavoro coordinato da Panzone, comandante dei Vigili del Fuoco di Teramo, rimette una relazione durissima con 110 criticità segnalate. Tra queste la mancanza della scheda di sicurezza della nafta e lacune di ogni genere. Il Rapporto di Sicurezza nella sua struttura, specifica, non ripete puntualmente quella di cui all’allegato C al d.lgs. in parola e contiene numerose e significative carenze che rendono necessaria la rielaborazione del documento stesso chiedendo poi numerose integrazioni, chiarimenti ed approfondimenti. Il 16 gennaio 2018 il Comitato Tecnico Regionale fa propria la valutazione del Gruppo di lavoro e chiede ai Laboratori di provvedere entro 60 giorni e risolvere le non conformità riscontrate. Gli ispettori hanno altresì rilevato che il Piano di Emergenza Interno, P.E.I., al momento dell’ispezione, ottobre 2017, era quello risalente al 2013 e non era stato neanche aggiornato dopo l’entrata in vigore del d.lgs.105/2015. Hanno quindi proposto di irrogare ai Laboratori la sanzione prevista dall’art.28 comma 6 del decreto e cioè una multa da 15mila a 90mila euro. Oltre un anno dopo si scopre che il Rapporto Sicurezza del 2016 dovrà essere riscritto. Ma si può comunque approvare un qualsiasi Rapporto Sicurezza in considerazione del fatto che lo stoccaggio delle sostanze pericolose avviene nei pressi di captazioni d’acqua? In un acquifero che disseta 700mila persone, è possibile accettare la possibilità di dover affrontare incidenti rilevanti? La sismicità dell’area e la presenza di una faglia passante nei Laboratori stessi rende gestibili i rischi? Ed infine, per il Forum, non si vuole affrontare il vero nodo, cioè l’allontanamento delle 2.300 tonnellate di sostanze pericolose usate in LVD (1.000 tonnellate di acqua ragia) e Borexino (1.292 tonnellate di 1,2,4 trimetilbenzene) obbligatorio per legge.